Una task force per le liberalizzazioni Palazzo Chigi vara la “fase due”

Il governo apre i cantieri della “fase due” e dà vita alla Task force per le liberalizzazioni. Lo hanno deciso nei giorni scorsi il premier Romano Prodi e il suo vice Francesco Rutelli. L´obiettivo è quello di coordinare da Palazzo Chigi tutti gli interventi legislativi per la concorrenza e l´apertura dei mercati. Ma – soprattutto – si punta a far ritrovare alla coalizione di governo, dopo le turbolenze vissute con la legge Finanziaria, lo spirito riformatore che suscitò largo consenso nell´opinione pubblica a luglio scorso con il “decreto Bersani” sui taxi, le farmacie, le banche, le assicurazioni e gli ordini professionali. «È la nostra “Agenda 2007” per la modernizzazione dell´Italia, i cui effetti si vedranno nei prossimi dieci anni», spiega Linda Lanzillotta, ministro degli Affari regionali, che dopo la riforma dei servizi pubblici locali si appresta a presentare quella delle Authority che vigilano sui mercati.
Sarà Enrico Letta, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, il coordinatore della stessa Task force. Prodi è intenzionato a cooptare nella “cabina di regia” anche il ministro dello Sviluppo, Pierluigi Bersani, non solo perché altrimenti sarebbe troppo sbilanciata dalla parte della Margherita (Rutelli e Letta), ma anche perché il ministro diessino è stato il protagonista di punta della prima stagione delle liberalizzazioni. D´altra parte, tra i compiti della Task force ci sarà anche quello di cancellare le scorie delle rivalità personali (Rutelli e Bersani) e tra partiti (Ds e Margherita) che sulle liberalizzazioni si sono accumulate nei mesi scorsi.
Il coordinamento riguarderà innanzitutto i provvedimenti già all´esame del Parlamento, per evitare eventuali sovrapposizioni o contraddizioni. Si tratta della riforma del mercato energetico, di quello dell´emittenza radiotelevisiva e dei servizi pubblici essenziali; dell´introduzione della class action a tutela dei consumatori e del riordino degli ordini professionali. Ora è in dirittura d´arrivo la riforma delle Autorità indipendenti di controllo e di vigilanza, il cui ruolo è nevralgico per difendere dagli abusi o dalle scorrettezze chi consuma e di chi opera, in concorrenza, nei mercati. «Le Authority – dice il ministro Lanzillotta – saranno di meno e avranno più poteri».
La decisione su quali saranno gli accorpamenti tra autorità dovrà essere assunta a livello politico. Sarà l´ultimo atto prima della presentazione del disegno di legge. Si dovrà cercare un compromesso tra chi tende a ridurne il più possibile il numero e chi preferirebbe toccare il meno possibile l´attuale ripartizione. Un assaggio si è visto già con la Covip, la commissione di vigilanza sui fondi pensione: il tentativo di farne confluire le competenze alla Consob è stato stoppato dal ministro del Lavoro Damiano. Scontato, invece, che alcune autorità in specifici settori saranno accorpate: le competenze dell´Autorità per le acque, ad esempio, saranno assorbite dall´Authority dell´Energia e gas. Altrettanto scontato è che il riordino non riguarderà la Banca d´Italia già riformata con la legge sul risparmio. Arriverà l´Autorità per i Trasporti o le reti infrastrutturali.
All´esame criteri rigidi per la nomina dei membri delle Authority. Oltre alla richiesta di maggioranze parlamentari qualificate, si propone di estendere il modello della Corte costituzionale nella quale i singoli giudici vengono nominati in tempi diversi così da non scadere tutti insieme. Rafforzato il ruolo delle associazioni dei consumatori che avranno un diritto di controdeduzione nei procedimenti.
«Dobbiamo arrivare alla meta, cioè all´approvazione di tutti i provvedimenti sulle liberalizzazioni – dice Lanzillotta – nella prima metà del 2007. Sarebbe importante non solo che l´Unione ritrovi la sua coesione sulle politiche al servizio dei cittadini, ma anche che una parte dell´opposizione, penso all´Udc di Casini, dia un contributo positivo dopo aver manifestato interesse su questi temi».