Una «paratina» ad alto costo

L’ultimo grido di allarme in ordine ditempo loha lanciato pochi giorni fa il generale Leonardo Tricarico. «Siamo allo stremo», ha detto senza mezzi termini il capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare, spiegando che se con la prossima finanziarianonverrà aumentato il bilancio destinato alla Difesa la sorveglianza aerea dei cieli italiani potrebbe non essere più garantita. Un avvertimento subito rilanciato dal capo di Stato maggiore dell’Esercito, generale Filiberto Cecchi, per il quale se il governo non rimetterà mano ai finanziamenti anche l’esercito «dovrà ridurre le proprie ambizioni » in campo internazionale. Altro che festa. Quella che si svolgerà domani lungo i Fori Imperiali a Roma è destinata a diventare la prima parata del 2 giugno celebrata sotto il segno dell’austerity. Non ci sono infatti solo le polemiche politiche a sollevare dubbi sull’opportunità o menodi dare vita alla tradizionale sfilata di uomini e mezzi reintrodotta dall’ex presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi. A suscitare perplessità sono anche i costi salatissimi della manifestazione, tanto più in tempi di vacchemagre (per usare un’espressione usata dallo stesso Cecchi) per tutto il paese e non solo per i militari. E infatti i primi tagli non si sono fatti attendere: ridotto il numero degli uomini che marceranno lungo i Fori, passati dagli 8.500 del 2005 ai 7.006 di quest’anno (più 421 civili). E al posto della consueta esibizione di 75 aerei sui cieli di Roma, domani si potrà assistere alle evoluzioni acrobatiche delle sole Frecce tricolori. Insomma, la situazione è tale da far apparire più saggio stringere i cordoni della borsa anziché affrontare spese ritenute non strettamente necessarie. Anche perché, a conti fatti, la parata del 2 giugno non costa proprio poco. A dividersi le spese sono il Quirinale e il ministero della Difesa, al quale spetta tutta l’organizzazione dell’evento. Anche se non esistono cifre ufficiali (in questo il ministro Arturo Parisi non sembra differenziarsi molto dal suo predecessore di centrodestra Antonio Martino), qualcosa si è comunque saputo. Ad esempio il costo per l’allestimento delle tribune, il cui montaggio e smontaggio, lavoro affidato in gara d’appalto, è previsto inunmassimodi 900 mila euro.Oppure le spese per lo spostamento da via dei Fori Imperiali di una pensilina spartitraffico, di alcuni semafori e delle fermate dell’autobus, calcolate in 14-15 mila euro. Ai quali vanno aggiunti 30 mila euro per pagare gli operai impiegati, 1.500 euro per l’allaccio dei cavi elettrici e altri 15 mila per la stesura degli stessi lungo i Fori. Mala vera spesa riguarda l’impiego dei soldati e dei mezzi di trasporto, dai camion ai carri armati senza dimenticare gli aerei. E qui le cifre cambiano notevolmente. Secondo unostudio fatto realizzare nella passata legislatura dalla deputata di Rifondazione comunista Elettra Deiana, la parata del 2 giugno costerebbe qualcosa come undici milioni di euro. Per la precisione 10.985.000 euro. Il calcolo è stato fatto sui 6.000 militari impiegati per la parata del 2004, metà dei quali provenienti da fuori Roma, e considerando le spese per lo spostamento, la trasferta e gli straordinari. Il tutto calcolato su 15 giorni, considerando i tempi per le prove. Scorporando il totale per ogni singola voce, si scopre che le spese per il personale ammonterebbero complessivamente a 6 milioni di euro, più 1.050.000 euro per i mezzi terrestri (350 veicoli per 60 ore di moto a 50 euro l’ora), più 3.935.000 euro per i mezzi aerei. Di questi, 1.630.000 euro sono il costo degli elicotteri, calcolato sull’impiego di 10 AB212 (2.500 euro l’ora), 6 A129 (5.000 euro l’ora) 8HH3(3.500 euro l’ora), 4 CH47 (10.000 euro l’ora). Altri 2.305.000 euro costerebbe invece l’impiego di 6 Tornado (13.700 euro l’ora), un B707 (15.500 euro l’ora), 4 C130 (5.000 euro l’ora) 4 AV8 (10.500 euro l’ora), 6 Amx (4.800 euro l’ora), 15 Mb339 du cui 9 pattuglia acrobatica (2.800 euro l’ora). Cifre ritenute un po’ esagerate dal ministero della Difesa: «Le ridurrei almeno della metà – spiega un ufficiale – anche perché i soldati non vengono impiegati per 15 giorni. Per provare la sfilata a Roma bastano due, tre giorni, il resto delle esercitazioni ognunolo fa nella propria caserma». Anche se dimezzata, e seppure non astronomica, resta comunque unabella cifra, soprattutto se si pensa che si tratta di soldi investiti in un evento che dura solo un giorno. Esoprattutto se si pensa che damesi ormai non c’è Armache non si lamenti per lamancanza di fondi. Dati alla mano, l’ultima finanziaria ha rappresentato per le forze armate un taglio di 1.717,9 milioni di euro, facendo passare il bilancio della Difesa dai 19.021,7 milioni di euro del 2005 agli attuali 17.782,5. In queste condizioninonmancachi, alla Difesa, non vedrebbe male un ritorno ai livelli del 2005 eun impegno su questo sarebbe già stato preso dal neosottosegretario Giovanni Forcieri che ne avrebbe parlato con Parisi. Altrimenti, ha già avvisato il generale Cecchi, ai militari non resterà altro da fare che cercare qualche sponsor che finanzi le future esercitazioni.