Un anno fa, il 21 dicembre, Médecins du Monde aveva distribuito 200 tende canadesi ai senza tetto di Parigi, per svegliare le coscienze, per rendere visibili questi invisibili che da qualche decennio vivono come naufraghi nella capitale. Un anno dopo, le tende sono raddoppiate (Mdm ne ha distribuite più di 400). Quest’estate per evitare di interferire con l’operazione Paris-Plage molti campeggiatori urbani sono stati sloggiati dalle rive della Senna, anche perché i residenti non ne apprezzavano né il disordine né l’odore. In questi giorni l’operazione di polizia si sta ripetendo, ma un’associazione fondata da un giovane attore, Augustin Legrand, ha concepito un’azione che sta mobilitando Parigi: decine di parigini, provvisti di tetto, hanno risposto all’appello degli Enfants de Don Quichotte e accettato di dormire per una o più notti anch’essi in strada, sotto una canadese. Un primo abbozzo di questo campeggio-denuncia in place de la Republique è stato sgomberato dalla polizia una decina di giorni fa. Ma ormai anche i poliziotti cominciano a porsi delle domande e l’insediamento lungo il canale Saint Martin per il momento non è stato oggetto di intervento.
Lungo il canale sono state montate 150 tende, abitate per la metà da veri senzatetto (Sdf, senza domicilio fisso), e per l’altra metà da cittadini qualunque, che con questa testimonianza vogliono denunciare la situazione intollerabile e interpellare al tempo stesso i poteri pubblici, che negli anni hanno lasciato crescere questo terribile fenomeno. Un primo effetto, l’operazione degli Enfants de Don Quichotte, l’ha già avuto: il primo ministro è stato costretto ad ammettere che il problema degli Sdf è una grave questione sociale e che i senzatetto non sono in strada solo perché rifiutano l’accoglienza nei centri di asilo (che sono posti invivibili, dove regna la violenza, che non permettono né un minimo di intimità né la possibilità di fermarsi più di qualche giorno).
Il movimento dei cittadini ha interpellato i candidati all’elezione presidenziale. Ma, benché la questione della casa sia una delle principali preoccupazioni dei francesi (a Parigi e nella regione parigina è citata come il primo problema, davanti all’insicurezza, che invece fa reagire i politici), né Nicolas Sarkozy né Ségolène Royal hanno creduto opportuno perdere tempo a trovare una soluzione. Nel programma socialista la questione della casa è risolta in una trentina di righe e l’unica proposta, che Sarkozy ha del resto fatto sua, è di rendere la questione della casa un «diritto» a tutti gli effetti (cioè rendere obbligatorio per i poteri pubblici dare un tetto decente a tutti, potendo denunciare l’amministrazione locale che non ottempera).
Secondo un sondaggio realizzato per l’associazione Emmaus, alla domanda «lei pensa di poter diventare un giorno un Sdf?» il 48% dei francesi, cioè quasi uno su due, ha risposto di sì. E per le persone tra i 35 e i 49 anni questa percentuale sale al 62%. Secondo un altro sondaggio, per l’86% dei francesi è «difficile» trovare casa, visti i prezzi, e il 73% giudica «inefficaci» le misure adottate dal governo, a cominciare dalla promessa della casa a 100 mila euro fatta dal ministro degli affari sociali, Jean-Louis Borloo, che si rivolge a chi vuole diventare proprietario.
In Francia, la questione della casa è l’aspetto più visibile della povertà crescente: l’11,7% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, cioè 6,9 milioni di persone. 3,2 milioni, tra cui mezzo milione di bambini, vivono in abitazioni considerate insalubri, e l’istituto della case popolari (Hlm) ha 1,4 milioni di domande di alloggio a cui non riesce a rispondere. Più di un milione di francesi vive con l’assegno del Rmi (reddito minimo), mentre aumenta il numero dei lavoratori poveri che, pur avendo un’occupazione, non riescono a far fronte alle spese correnti della vita. I Restos du cœur servono ormai milioni di pasti e sono sempre più le famiglie che si rivolgono all’istituzione voluta dall’attore Coluche.
Nel campo umanitario non tutti però sono d’accordo con l’operazione delle tende-igloo di Mdm. Secondo Xavier Emmanuelli, per esempio, presidente del Samu social di Parigi (la struttura di pronto soccorso sociale della capitale), « la sedentarizzazione nella precarietà ha come contropartita un processo di involuzione della personalità, una socializzazione rovesciata che si articola attorno a riferimenti arcaici, poiché la casa regredisce alla funzione di tana». Ma le operazioni di Mdm e degli Enfants de Don Quichotte vogliono essere strumenti di difesa «di diritti fondamentali come la casa e la salute, e la società civile deve spingere i poteri pubblici ad agire».