Un giallo politico militare minaccia di dividere la Spagna. Secondo il quotidiano di Madrid El Mundo , nei mesi scorsi una fregata spagnola partecipò brevemente alla guerra in Iraq a fianco dell’America, nonostante il ritiro delle truppe lo scorso anno, e il gelo successivo tra il premier Zapatero e il presidente Bush. Ma secondo il ministero della Difesa spagnolo la fregata fece soltanto parte della squadra navale della portaerei Usa Roosevelt nel Golfo Persico, non intervenne in combattimento. Il suo compito: semplicemente proteggere in caso di attacco la Roosevelt e le piattaforme petrolifere, assieme con le unità americane.
Secondo il giornale nella seconda settimana di novembre la fregata Álvaro de Bazán contribuì all’operazione «Cortina di ferro», cinque giorni di bombardamenti di presunte postazioni di Al Qaeda in Iraq alle frontiere con la Siria. Le incursioni furono condotte dai cacciabombardieri della Roosevelt nel Golfo Persico, a capo della squadra con l’unità spagnola. Ma il ministero della Difesa a Madrid ha smentito: «La Álvaro de Bazán non partecipò ad alcuna operazione militare nel Golfo né altrove».
A sostegno della rivelazione, El Mundo ha portato il sito Internet della marina Usa, che mostra la presenza della fregata spagnola nella squadra; una nota della società navale Navantia, che definisce la Álvaro de Bazán la prima nave straniera parte di un gruppo americano; e la visita del ministro della Difesa José Bono alla Roosevelt nella base di Norfolk in Virginia a settembre. La fregata restò nel Golfo Persico dal 10 settembre al 3 dicembre, mentre il governo Zapatero ne aveva annunciato il dispiegamento nel Mediterraneo prima e nell’Oceano indiano poi.
Bush non ha ancora perdonato a Zapatero l’uscita dall’Iraq e continua a rifiutarsi di riceverlo. Non intende interferire in una questione interna della Spagna: se i fatti sono andati come riferito, Zapatero avrebbe dovuto informarne il Parlamento, e pagare all’equipaggio della fregata una indennità di rischio. Soprattutto, Bush vuole mantenere il segreto sulle operazioni militari ed evitare polemiche che potrebbero coinvolgere altri alleati che incominciano a disimpegnarsi da Bagdad.
In questo spirito, la Casa Bianca ha ieri manifestato «rispetto» per le opposte decisioni di Bulgaria e Ucraina da una parte di ritirare le truppe dall’Iraq, e della Polonia dall’altra di mantenerle fino a tutto il 2006, pur riducendole da 1.500 a 900 il prossimo marzo. Il premier polacco Marcinkiewicz ha spiegato di volere così soddisfare al richiesta del governo iracheno e ottemperare al mandato dell’Onu sulle forze di stabilizzazione l’anno prossimo.