Una lettera aperta del Forum Palestina

Carissimi,

Vi inviamo queste riflessioni che contengono la traccia dell’intervento fatto alla conclusione della manifestazione di sabato 26 ottobre a Roma e qualche indicazione di lavoro per i prossimi mesi.

1. La manifestazione ha voluto mantenere l’impegno preso con la gente dei campi profughi di Sabra e Chatila e degli altri campi e con i palestinesi nei territori occupati che da tempo chiedevano: ma in Europa perchè non ci sono più manifestazioni per la Palestina nonostante la nostra situazione sia peggiorata? In tal senso la manifestazione del 26 è stata in continuità e sintonia con quella tenutasi a Marsiglia il 28 settembre scorso. Infine, la manifestazione ha voluto condividere concretamente la giornata internazionale di lotta contro la guerra con i compagni statunitensi di ANSWER che, mentre marciavano a migliaia a Washingtonm hanno enormemente apprezzato che anche in altre capitali ci fossero iniziative analoghe. Tra l’altro il 26 anche a Torino e a Palermo ci sono state manifestazioni per la Palestina. La manifestazione di sabato ha aperto un canale concreto ed estremamente interessante di collaborazione con i movimenti francesi e statunitensi.

2. Abbiamo ritenuto decisivo che la lotta di liberazione della Palestina avesse la sua giusta priorità nelle piattaforme delle manifestazioni contro la guerra. A nostro avviso la solidarietà con la Palestina non indebolisce il movimento contro la guerra, al contrario gli affianca un elemento di chiarezza. La guerra contro l’Iraq, non è solo una guerra per il petrolio, ma è il tentativo di riscrivere la mappa geopolitica del Medio Oriente. Dentro questo progetto si evince il ruolo strategico e militare di Israele. E’ ormai chiaro a molti che una volta iniziato l’attacco anglo-americano contro l’Iraq, il governo israeliano ne approfitterà per “regolare i conti” con gli hezbollah in Libano, con la Siria, forse con l’Iran e liquidare l’esistenza e la resistenza dei palestinesi in Cisgiordania e ridurre coloro che resteranno a livello di bantustan.

3. Riteniamo inaccettabile la contraddizione perdurante tra la legittimazione dell’attacco all’Iraq tramite le risoluzioni dell’ONU e il fatto che Israele possa infischiarsene delle risoluzioni ONU sulla Palestina. Tra l’altro, le risoluzioni dell’ONU sull’Iraq affermano che le “armi di distruzioni di massa vanno eliminate in Medio Oriente e non solo in Iraq”. E’ un aspetto interessante perchè coinvolge anche l’arsenale nucleare israeliano ma che viene sostematicamente occultato.

Tra le risoluzioni dell’ONU sulla Palestina, vi è anche quella sul diritto al ritorno dei profughi del ‘48. Come noto, questo tema viene ritenuto non negoziabile dalle autorità israeliane (confermato nell’intervista a Sharon sul Corriere della sera di mercoledi 30 ottobre) ed un elemento di omissione e “imbarazzo” anche nella sinistra italiana. Al contrario è importante che il diritto al ritorno venga riconosciuto politicamente come diritto collettivo e poi ­ come prevedono anche le leggi internazionali ­ possa essere gestito come diritto individuale dei palestinesi. La situazione dei profughi palestinesi è una contraddizione non più rinviabile nè accettabile.

4. In questi giorni l’Unione Europea sta discutendo anche aspramente le relazioni commerciali bilaterali con Israele in vista del Trattato di associazione previsto per gennaio 2003. Il governo italiano ­ come abbiamo denunciato questa estate ­ ha già rinnovato a giugno l’accordo bilaterale di cooperazione con Israele sulle tecnologie. Queste rappresentano il settore di punta dell’economia di guerra israeliana e la principale voce dell’export israeliano. Noi chiediamo pubblicamente il congelamento di questi trattati e degli accordi bilaterali fino a quando non cesseranno gli attacchi militari contro i palestinesi e l’occupazione militare e coloniale di Gaza, Cisgiordania e Gerusalemme est. Ma non possiamo aspettare i tempi delle diplomazie e dei governi, per questo invitiano al boicottaggio delle aziende italiane che investono sul mercato israeliano e dei prodotti israeliani presenti sul mercato italiano. La campagna di boicottaggio deve riprendere in grande stile a livello italiano ed europeo.

5. Il 21 novembre prossimo ci sarà la terza udienza del processo contro Marwan Bargouti. Ahmed Saadat continua a rimanere rinchiuso nel carcere di Gerico.
Dobbiamo chiedere con forza la liberazione di questi due dirigenti palestinesi e la liberazione di tutti i giovani palestinesi rastrellati in questi mesi e rinchiusi nelle carceri israeliane o nel campo di concentramento di Ansar 3. Sulla questione dei prigionieri politici palestinesi c’è ancora un profilo troppo basso nelle mobilitazioni ed è un tema che va inserito nell’agenda politica delle iniziative.

6. Devono proseguire e riprendere le delegazioni di massa in Palestina e nei campi profughi in Libano. Il lavoro che stanno facendo gli internazionali che proteggono la raccolta delle olive degli agricoltori palestinesi merita il massimo sostegno. Ma queste missioni di protezione dovremo estenderle anche all’Iraq minacciato dai bombardamenti.

PROPOSTE DI LAVORO E INIZIATIVA

A. FIRENZE. Il prossimo 9 novembre saremo in piazza a Firenze. Condividiamo la proposta di dare vita ad un grande spezzone di solidarietà con la Palestina dentro uno dei due cortei. L’invito è quello di portare in massa bandiere palestinesi, striscioni e materiale informativo sulla lotta di liberazione della Palestina. Venerdi 8 alle 15.00 è previsto un forum sulla Palestina al quale invitiamo tutti a partecipare.

B. E’ in giro per l’Italia un compagno libanese ex prigioniero nel carcere di Khiam (la via Tasso del Libano). C’è già un calendario di iniziative che invitiamo a sostenere perchè consentono di avere una visione più completa e corretta sulla resistenza libanese contro l’occupazione del Libano sud e sulla situazione dei prigionieri politici in Medio Oriente.

C. Stiamo pensando ad una conferenza internazionale sul processo Bargouti (data orientativa dicembre) . Ci sono contatti con comitati in Francia e in Spagna e con gli avvocati italiani del collegio internazionale di difesa. Potrebbe essere l’occasione per fare un discorso anche sul caso Saadat e sui prigionieri politici palestinesi.

D. Stiamo esaminando l’ipotesi di una riunione nazionale per rilanciare la campagna di boicottaggio dell’economia di guerra israeliana. Potrebbe essere in concomitanza della conferenza internazionale su Bargouti o a gennaio. Comunque al più presto.

E. Abbiamo pubblicato il quaderno “USA-Israele. Un destino manifesto” elaborato dal gruppo di studio del Forum Palestina deciso all’assemblea nazionale di aprile a Firenze. Sarebbe molto utile organizzare delle presentazioni nelle varie città di questo quaderno. Sono disponibili per venire agli incontri sia gli autori (Casadio, Giacchè, da gennaio anche Halevi) sia altri compagni e collaboratori del Forum Palestina.

Fateci pervenire le vostre considerazioni in merito e utilizzate al meglio il sito del Forum – http://www.forumpalestina.org – per far circolare le iniziative e i materiali di informazione.