Tra stipendi bassi e conti correnti spesso in rosso, arrivare a fine mese sta diventando una corsa a ostacoli per gli italiani. Basta una spesa imprevista di seicento euro a portare in crisi il bilancio in una casa su tre. Ed è un dato che non sorprende visto che il 50 per cento delle famiglie vive con entrate che non superano i 1.800 euro al mese. E´ la fotografia del reddito e delle condizioni di vita degli italiani che ha scattato l´Istat, sulla base dei dati relativi al 2004 e seguendo le regole che la Ue ha dettato ai paesi membri per calcolare la ricchezza dei propri cittadini.
L´Istat ha intervistato un campione di 22 mila famiglie, per un totale di 56 mila persone con domande sui redditi percepiti nel 2004 e sulle condizioni di vita (lavoro, salute, situazione abitativa ed eventuali problemi economici). Il risultato è che nel 2004, le famiglie italiane hanno percepito un reddito netto (esclusi i cosiddetti “fitti imputati”, cioè il reddito aggiuntivo di cui godono i proprietari di casa per il fatto di non pagare affitti) pari in media a 28.078 euro all´anno, cioè 2.340 al mese. Ma la maggioranza delle famiglie (il 62,3 per cento) ha incassato meno di questa cifra e per il 50 per cento si scende a meno di 1.863 euro al mese. Una soglia che per le associazioni dei consumatori equivale allo stato di povertà, come ha sottolineato il Codacons commentando la ricerca dell´Istat.
Sono notevoli le differenze tra il Nord e Sud. Nel Mezzogiorno e nelle isole è molto superiore la percentuale di famiglie che vive in difficoltà: il 22,8 per cento arriva a fatica a fine mese e sale addirittura al 42,5 per cento la percentuale di chi non riesce ad affrontare spese impreviste di 600 euro. Il reddito più basso è quello dei siciliani (con 20.996 euro all´anno), il più alto in Lombardia (32.313 euro). In Calabria, il 26,3 per cento delle famiglie non ha avuto soldi per pagare le spese mediche e in Puglia il 33,1 per cento non ha potuto acquistare gli abiti necessari. In Sicilia il 50,5 per cento delle famiglie non riesce a sostenere spese impreviste mentre il 9,8 per cento dei pugliesi intervistati dichiara di avere avuto difficoltà per gli acquisti di generi alimentari.
Un dato eclatante quest´ultimo, ma non isolato. Nel 2004, infatti, è risultata pari al 5,8 la percentuale delle famiglie italiane che in «almeno un´occasione non ha avuto i soldi per comprare il cibo necessario». Ma le difficoltà possono essere anche di altro genere. Il 9 per cento degli intervistati si è trovato in arretrato con le bollette, il 12 non ha avuto i soldi per pagare le spese mediche e il 17,8 per comprare i vestiti. C´è un 10,9 per cento, inoltre, che ha dichiarato di non potersi permettere le spese per riscaldare adeguatamente l´abitazione.
La fotografia del reddito cambia anche se si va a guardare composizione e caratteristiche delle famiglie. Le monoreddito guadagnano in media 16.385 euro contro i 48.542 euro che entrano nelle case con tre o quattro redditi. Vivono meglio le famiglie degli autonomi (oltre tremila euro al mese), mentre nelle case dei lavoratori dipendenti arrivano poco più di 2.600 euro al mese. Chi sta peggio di tutti sono gli anziani soli costretti a vivere con una media di 895 euro al mese. Il disagio minore è invece quello delle coppie senza figli: “solo” il 9,8 per cento fa fatica ad arrivare a fine mese. Le famiglie il cui reddito più importante è una pensione sono relativamente più concentrate nella fascia con redditi inferiori ai 30 mila euro, mentre quelle che vivono prevalentemente di redditi da lavoro dipendente e autonomo sono distribuite su un intervallo più esteso, che include anche il segmento centrale dell´indagine (dai 30 ai 60 mila euro).