Una famiglia su 2 a rischio crack

Come ogni anno la comunità di Sant’Egidio ha presentato la guida “Dove mangiare, dormire, lavarsi”

una serie di indicazioni pratiche per i clochard e per chiunque abbia bisogno di assistenza.
E di persone che da sole non ce la fanno ad andare avanti ce ne è sempre di più, come rileva lo studio e il lavoro sul campo dei volontari e del personale della comunità di Sant’Egidio che registra un aumento dei clochard, i senza tetto, che solo a Roma sono circa 7 mila, 2.500 ospiti dei centri di accoglienza, 4.500 vivono in strada, per lo più stranieri.
Aumentano i poveri ma aumentano soprattutto i “nuovi” poveri, famiglie, pensionati, migranti, giovani lavoratori che vivevano del proprio stipendio e che ora, a causa di uno sgretolamento del tessuto sociale, dello svilimento del mondo del lavoro, a causa della crisi economica e dell’aumento dei prezzi, vivono una condizione di estrema fragilità ed incertezza economica. Sono quelli che allungano la fila per i pacchi alimentari, quelli che escono da casa ben vestiti e si recano alle mense per poveri, quelli che si vedono costretti a rubare nei supermercati. Negli ultimi 12 mesi si è verificato un aumento del 4,1% dei furti di generi alimentari per un ammontare di 2,97 miliardi di euro, “furti per necessità” li chiamano a Snt’Egidio.

L’ombra della povertà si sta diffondendo in maniera capillare e rapida nella società, lo dimostrano anche altri dati come quello dell’aumenti degli sfratti, l’80% per morosità. La gente non solo non ha più i soldi per lo svago, per comprare beni accessori, per poter risparmiare per il futuro, non ci sono più i soldi per mangiare e assicurasi un tetto sulla testa. E’ la traduzione reale, pragmatica e drammatica di parole come recessione tecnica, inflazione, crisi finanziari, crack economico.
E’ la vita di molti italiani che sono più di semplici numeri sulle statistiche, è la vita di quei 7 milioni e 542mila individui che i dati Istat considerano “i poveri”, il 13% dell’intera popolazione. E’ la condizione delle quasi 900 mila famiglie a rischio povertà, una famiglia su tre ha serie difficoltà economiche, una su due vive con meno di 1.900 euro al mese, nel 14% dei casi non si arriva a fine mese.
Sono quelle migliaia di lavoratori che perdono il posto di lavoro (il tasso di disoccupazione è al 6,7%), i precari che non avranno rinnovato il contratto, i lavoratori che, dalla Fiat alla Merloni, finiscono in cassa integrazione. E nei prossimi mesi non andrà meglio, per il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, «tra gennaio e febbraio arriverà un’altra valanga di cassa integrazione. E’ necessario che il governo stanzi altri 3 miliardi per gli ammortizzatori sociali nei prossimi 15 mesi».

Ma sono tutti allarmismi secondo il vicepresidente di Confindustria Alberto Bombassei che sostiene che se per una parte degli italiani la crisi è reale, per molti è solo «una crisi psicologica», in pratica «l’effetto Apocalisse» di cui parla il presidente di Bnl Luigi Abete.
Insomma, essere sfrattati e dover ricorrere alle mense per poveri per mangiare, perdere il lavoro e sperare nell’elemosina del governo (vedi social card), è tutta una questione psicologica!