Un «tavolo permanente» tra Parisi e i pacifisti

La riunione tra il ministro della Difesa Arturo Parisi e il sottosegretario Lorenzo Forcieri dovrebbe svolgersi proprio questa mattina, voto alla Camera sul rifinanziamento delle missioni militari permettendo. L’oggetto dell’incontro è di quelli che faranno discutere: al ministero, da un po’ di giorni, gira l’idea di allestire un «tavolo permanente» con alcune anime dei movimenti pacifisti. Un modo per conoscersi, e «ascoltare»: «Credo sia molto importante che ci sia questo scambio di prospettive – spiega Forcieri – da parte mia ritengo che l’obiettivo sia comune: quello di costruire la pace nel mondo. Le modalità per arrivarci, i linguaggi, ovviamente sono differenti. Ma credo che ci siano anche tante incomprensioni, e una diffidenza di fondo che non fa bene a nessuno». Dunque: aprire il ministero della Difesa, portare il discorso sulle forze militari del paese, sul loro ruolo, sui loro scopi nel bel mezzo del dibattito pubblico, coinvolgendo anche il ministero delgi Esteri. «Come ha più volte detto il ministro – ricorda Forcieri – è importante che cresca nel paese una cultura della Difesa condivisa e della pace. Perché le due cose non sono disgiunte».
Non esiste ancora, ovviamente, un’idea precisa su quali saranno le associazioni che verranno chiamate a far parte del tavolo. Ma qualche nome già gira: Tavola della pace, Arci, Beati costruottori di Pace. Se non altro è perché proprio in un incontro nella sede dei Ds in cui erano presenti queste realtà e il sottosegretario Forcieri, alla vigilia del voto al senato fatale per il governo, che si era aperto il dibattito sull’opportunità di aprire un canale tra i due mondi. Nessuno dei succitati ha ancora ricevuto qualche tipo di segnale. «Non ne sapevo nulla, ma mi fa piacere – osserva Flavio Lotti, uno dei portavoce della Tavola della Pace – avevamo già scritto al ministro Parisi per chiedere un incontro sulla missione italiana in Libano. Credo fermamente nel dialogo come strumento di cambiamento. E credo che sia ora di finirla con l’idea che la politica militare sia monopolio degli armieri e dei loro amici». Sulla stessa linea Raffaella Bolini, responsabile politiche internazionali dell’Arci: «Se si farà un tavolo del genere sarò molto contenta – dice – noi andiamo in tutti i posti in cui il nostro contributo possa portare a dei passi avanti». Ovviamente il «tavolo permanente» non avrebbe come oggetto soltanto le missioni militari ma anche, per dirne una, le spese sugli armamenti. «Il movimento pacifista non alza le bandierine per dire “no” – insiste Bolini – ma parte da un’analisi e da saperi sociali che siamo ben felici di mettere a disposizione».