Le 15 tesi proposte da Bertinotti e la recente discussione nel Cpn, ci offrono una base comune di discussione e alcuni punti che meritano un approfondimento. Per questo ho votato contro la proposta di congresso a mozioni, che enfatizza le differenze e fa prevalere le logiche di schieramento, e a favore di un congresso a tesi emendabili, che privilegia i contenuti e permette di circoscrivere il dissenso. Purtroppo il segretario e la maggioranza del Cpn hanno scelto la prima ipotesi, deludendo quella richiesta di unità che anche dentro il Prc è forte e presente.
Una necessità: costruire la sinistra di alternativa
Uno dei punti sostanziali sui quali c’è piena sintonia con il Segretario è la necessità di costruire la Sinistra di Alternativa. Ma proprio alla luce di questo obiettivo trovo contraddittoria l’accelerazione impressa alla costruzione della Gad. Battere Berlusconi è una priorità, e l’unità con le opposizioni per sconfiggere le destre è indispensabile. Però l’ingresso organico in un governo è un’altra cosa. Ebbene anziché costruire la Sinistra di Alternativa, definirne i contenuti, e confrontarsi poi, da una posizione di forza, con tutto il centro sinistra, noi abbiamo già deciso di stare in una coalizione di governo, ne abbiamo scelto il nome, ed individuata la guida, il tutto senza sapere su quali basi programmatiche e dovendone rispettare i vincoli attraverso la scelta delle primarie che sono coerenti al modello bipolare e maggioritario che privilegia le persone rispetto ai contenuti e alle organizzazioni che li sostengono. Accettando le primarie quindi veniamo meno ad una linea che abbiamo sostenuto da sempre, diamo per acquisita la nostra presenza all’interno della Gad e ci accingiamo ad accettarne le scelte visto che come coerentemente sottolineato dal segretario nell’intervista di agosto le primarie di programma impongono l’accettazione del vincolo di maggioranza.
Il punto è che il no alla guerra senza se e senza ma e il ritiro delle truppe dall’Iraq sono elementi costitutivi del Prc, e la difficoltà del nostro percorso nel rapporto con la Gad si è palesata proprio in questi giorni: la recente mozione parlamentare sull’Iraq se da un lato ha dato visibilità mediatica al partito, dall’altro rappresenta un arretramento rispetto al documento unitario votato prima delle elezioni amministrative. Infatti allora il ritiro delle truppe non era subordinato ad altri eventi, nella nuova mozione esso avviene solo dopo la conferenza di pace, che per altro non prevede la presenza della resistenza irachena, e dopo elezioni svolte in condizioni imprevedibili.
Un eventuale governo con il Prc deve escludere ogni intervento militare
Ebbene io credo che un governo con ministri del Prc oltre a prevedere il ritiro immediato delle truppe italiane, dovrà escludere qualsiasi intervento militare, più o meno umanitario, con o senza l’Onu. Una scelta come questa non può essere subordinata ad un vincolo di maggioranza, e se non fosse prevista il Prc non dovrà partecipare ad alcuna coalizione di governo.
Nella 15 tesi, e poi approfondendo il concetto al Cpn, il Segretario ci esorta a non fissare paletti programmatici ma a considerare il governo come uno degli strumenti da utilizzare per una alternativa di società e chiede al partito di ragionare in termini di blocco sociale e di sua rappresentanza.
Berlusconi ha un blocco sociale di riferimento e tutte le sue scelte sono coerentemente orientate a soddisfarne gli interessi, mi chiedo: qual è il referente prevalente della Gad? Il mondo del lavoro? La piccola borghesia? La confindustria? O tutto quanto insieme? Ecco quindi che l’individuazione di alcuni contenuti programmatici, è indispensabile per definire il segno del governo di centro sinistra e se sarà in grado di rimettere insieme i cocci del nostro blocco sociale frantumato e distrutto dalle politiche neo-liberiste.
Un programma per ricomporre il nostro blocco sociale
La cancellazione delle leggi vergogna quindi non è una bandierina: cancellare la legge 30 per la stabilità dei rapporti di lavoro; cancellare la legge Moratti per una scuola aconfessionale e non classista; cancellare le leggi ad personam e la bossi-fini per eliminare i privilegi dei potenti e favorire i diritti dei più deboli; cancellare la legge sulle pensioni, per garantire un futuro dignitoso a chi oggi lavori; cancellare la futura riforma fiscale per far pagare a chi ha fatto profitti e sostenere i servizi pubblici ed i servizi sociali. A questo si deve unire una legge sulla rappresentanza sindacale, che ridia forza ai lavoratori nei luoghi di lavoro, ed una nuova scala mobile per tutelare il potere d’acquisto di chi viva del proprio salario.
Queste sono, a mio parere, le condizioni minime per rispondere alla nostra gente senza le quali il Prc non potrà far parte di nessun governo, e dobbiamo dire forte nel nostro congresso e fuori che una alternativa di società può nascere solo a partire dalla individuazione di una serie di scelte programmatiche non mediabili perché strutturali, e condivise in questi anni con quel mondo con il quale abbiamo lavorato, e intendiamo lavorare per la costruzione della sinistra di alternativa.
Se temi, argomenti e contenuti come quelli che ho cercato di sintetizzare, saranno ritenuti tali dal Segretario da non consentire un congresso unitario perché snaturerebbero la linea del partito, ne prenderò serenamente atto e cercherò, con spirito unitario, di spiegare al partito le mie ragioni.
Stefano Cristiano