Un mese pericoloso

Sono un po’ vecchio e forse ho le paure di un passato che è passato, ma questi mesi di governo di un Berlusconi sconfitto dal voto mi preoccupano, molto. Berlusconi non è uno che si rassegna facilmente alla sconfitta (ha già tentato d’invalidare per broglio il risultato del voto). Berlusconi governerà fino al mese di giugno, se Ciampi non si convincerà del suo diritto dovere di designare il nuovo presidente del consiglio, cioè Romano Prodi. Berlusconi fino a quel momento si sentirà obbligato a fare qualcosa. Non è soggetto disponibile alla quieta rassegnazione. Berlusconi è un bravo commerciante che non si rassegna al fallimento perché le sue vendite non sono andate bene. E, infatti già si è mosso, su due direttrici, contraddittorie ma parallele: i brogli, con la minaccia di invalidare le elezioni e la grande coalizione per salvare se stesso. Berlusconi oggi è più forte che prima delle elezioni. Siamo di fronte a due prospettive entrambi pericolose ed eversive. La prima, che alla fine mollerà, ma spingerà al massimo per far passare la seconda, che sarebbe egualmente eversiva in quanto si identificherebbe con la cancellazione del risultato elettorale. Questi due pericoli sono di fronte a noi fino a quando (a maggio inoltrato) dovrebbe essere dato a Prodi l’incarico di formare il nuovo governo. Siamo in un paese fantasioso come l’Italia, dove può accadere di tutto e tutto può servire a tutto. Potrebbe esserci un aspro scontro sulla regolarità delle elezioni, sui brogli, e una richiesta di invalidare il risultato del 9 e del 10 aprile. Quindi di ripetere le elezioni, sempre con Berlusconi a palazzo Chigi. Potrebbe esserci, egualmente, l’opportunità di una emergenza nazionale, di un brutto attentato, l’opportunità se non la necessità di stare tutti insieme per la salvezza della patria. E anche così Berlusconi rimane in piazza e con accresciuta legittimità patriottica. Il consenso al rifiuto di Ciampi di dare subito l’incarico di formare il nuovo governo ai vincitori delle recenti elezioni è stato temerario o – oserei dire – vile. Il tempo che sta davanti a noi, prima che il nuovo presidente della Repubblica dia l’incarico di formare il nuovo governo a me pare estremamente pericoloso. E – ripeto – essendo un po’ vecchio mi torna alla mente una vecchia parola: vigilanza, cioè mobilitazione di tutto il popolo di sinistra. Nel 1994, dopo la vittoria di Berlusconi il manifesto promosse la grande manifestazione del 25 aprile in una Milano inondata dalla pioggia. E ricordo (ma lo dovrebbe ricordare anche Umberto Bossi) che fu proprio Bossi ad annunciarmi che avrebbe abbandonato il Cavaliere. Come poi accadde. Il tempo che ci aspetta, di qui a giugno, non sarà proprio una passeggiata; teniamolo presente.