* Segretario regionale PdCI Toscana
“Un Filetto di Speranza”, così l’altro ieri, i geniali “titolisti” del Manifesto, davano notizia dell’avvenuto desinare politico fra Bersani e Vendola .
E davvero c’è da sperare che quell’incontro al desco sia propedeutico ad un percorso lungo il quale il PD cominci ad avvertire l’esigenza di coniugare il tentativo di sconfiggere Berlusconi con quello di battere le destre iniziando a riconoscere le ragioni della sinistra.
Purtroppo è quasi superfluo sottolineare come e quanto sul merito di tali ragioni si riscontrino differenze per nulla marginali fra le varie articolazioni politiche espresse a sinistra.
Naturalmente queste diversità risentono pesantemente del prevalere di una impostazione ormai estranea allo schema – fondamentale per capire le drammatiche questioni del nostro tempo – legato al conflitto di interessi fra capitale e lavoro e in questa fase risoltosi a favore del primo.
Perciò, a nostro avviso, manca una sinistra di classe capace di stabilire un ordine prioritario di temi e problemi in base al quale esprimere attenzione, proposte e iniziative.
Così, a puro titolo d’esempio, il Senatore Marino, esponente di rango della “gauche piddina”, nel dichiararsi entusiasta del nascente asse preferenziale fra il PD e Vendola-SEL, esprime subito l’urgente necessità di intraprendere, prima fra tutte quelle possibili, una precisa azione politica “.. e ora subito le unioni civili..”.
E’ del tutto evidente la piena legittimità di questa impostazione, così come ci sembra lo sia anche quella di chi invece ritiene questo aspetto importante ma secondario rispetto al bisogno di trovare una soluzione alla piaga del precariato e al minaccioso concretizzarsi dello scambio “lavoro contro diritti”.
Eppure, al riguardo, dovrebbe essere ben evidente come le “spinte padronali” per l’azzeramento di norme e diritti fino a poco tempo fa elemento regolatore dei rapporti di lavoro e strumento indispensabile per una più equa redistribuzione della ricchezza, non siano figlie di una cattiva cultura del diritto ma frutto, invece, di un ottima percezione dei propri interessi.
Comunque, l’importante, in una eventuale alleanza di centrosinistra funzionale a vincere le elezioni e a dar governo al paese, sarà dato proprio dalla capacità di trovare spazio e compatibilità politica a istanze sicuramente complementari ma così diverse per ordine e importanza.
Piuttosto, il rapporto politico con Vendola porrà questioni per nulla banali nel centrosinistra ( pensiamo alle problematicità con cui questo verrà visto dai settori cattolici e moderati assai presenti nel PD ) e ancor più spinose alla FDS.
In effetti, considerando l’attuale profilo culturale e politico ad oggi espresso da settori rilevanti della FDS tutti protesi a riequilibrare in chiave “liberal” e “radical chic” quanto “perso” con il simbolo inequivocabilmente comunista, sarà difficile sopravvivere alla concorrenza “amica” di SEL.
Quale reale contesa potrà mai esserci fra il supermediatizzato “comunista-ecologista-evangelista-liberale-radicale-civilista-movimentista” Nichi Vendola e un soggetto politico incapace di proporre il referendum abrogativo della legge 30 ma capacissimo di progettare una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare sulle energie rinnovabili ?
C’è, abbondantemente ignorata da molti, una vecchia e semplice regola : fra la copia sbiadita e l’originale è sempre il secondo a vincere.
Il PD rincorrendo destra e moderati ha straperso tutto quanto poteva. In molti casi anche robuste fette di dignità.
Proprio per questo i comunisti della FDS sono chiamati ad un lavoro intenso ed unitario per riacquisire peso e ruolo nella FDS e per impedire a quest’ultima di esaurire la propria esistenza politica all’ombra di un foglio di carta carbone.