Tra i tre segretari nazionali dei sindacati metalmeccanici, Gianni Rinaldini, della Fiom-Cgil, è stato riconosciuto come il protagonista assoluto di questa lunga vertenza contrattuale.
E’ stata dura e difficile…
E’ stata difficile per il significato che ha assunto questo rinnovo del biennio economico. Che ha assunto, come spesso accade nelle vertenze nazionali dei meccanici, valenza generale. A partire dal tentativo della Federmeccanica e di Confindustria di modificare questioni normative, come l’orario di lavoro.
Venivate dagli accordi separati, e fino a un certo punto sembrava che questa divisione tra i sindacati potesse riprodursi.
Non c’è dubbio che dopo due accordi separati – l’ultimo accordo unitario risale al ’99 – la tenuta unitaria si è rivelata capace di affrontare passaggi estremamente difficili; perché ci siamo mossi nell’assoluta convinzione che avevamo presentato una piattaforma unitaria e che avremmo concluso unitariamente, secondo il quadro di regole democratiche che ci eravamo dati fin dall’inizio. Non a caso andremo nei prossimi giorni al referendum tra tutti i lavoratori e le lavoratrici; e che noi abbiamo allegato alla dichiarazione scritta sull’ipotesi di accordo che questo avrà validità a partire dal giorno dopo l’esito democratico del voto dei lavoratori. E’ l’espressione di questo movimento di lotta che ha segnato così fortemente la vicenda contrattuale; e nello stesso tempo è un’indicazione generale per il sindacato.
Quanto hanno pesato le forme di lotta più appariscenti e incisive di questi ultimi giorni?
Questo è l’elemento decisivo, oltre alla tenuta unitaria. Solo pochi giorni orsono Federmeccanica aveva presentato proposte, a partire dalle questioni normative, che avevamo giudicato irricevibili. Basti pensare alla richiesta di monetizzare i permessi annui retribuiti, che vuol dire aumento relativo dell’orario di lavoro.
Sull’apprendistato: 24 o 42 mesi di durata sembrano tanti…
Non c’è dubbio che la soluzione sull’apprendistato – accanto ad elementi positivi, come sulla formazione – vi sono anche aspetti perlomeno critici, che risentono delle nuove norme di legge, che definiscono le linee guida per il rinnovo della contrattazione. Ma va altresì sottolineato che in realtà l’apprendistato rappresenta una sfida collettiva per tutti. Basti pensare cos’è in paesi come la Germania. L’apprendistato, però, sostituisce i contratti di formazione-lavoro, con vincoli superiori per le aziende: come la trasformazione del 70% in contratti a tempo indeterminato. O come la suddivisione dei tempi, per cui nell’ultima fase i lavoratori percepiscono la stessa retribuzione della qualifica che vanno ad assumere
I 130 euro per chi sta ai minimi tabellari…
Rappresentano la vera novità, che parte da una nostra richiesta. Non a caso vengono definiti come «elemento perequativo», che per oggi ha la caratteristica dell’annualità, ma che apre alla possibilità di definire un vero e proprio nuovo istituto.
Tutti vogliono superare il «modello contrattuale» del `93. Questo contratto però rafforza il livello nazionale della contrattazione nella difesa dei lavoratori più deboli. Inciderà sulla discussione?
Non c’è dubbio che questa novità contrattuale ha un significato ed è un’indicazione rispetto al possibile rinnovo delle regole. Ma lo scontro sociale che si è determinato non mi pare che possa attribuito al sistema di regole. Viceversa, è parso evidente che c’è stato un tentativo di sfondamento nella categoria dei meccanici, così come peraltro è avvenuto in altre categorie, per far passare un’idea di gestione unilaterale del tempo di lavoro; che riduce la contrattazione ad un puro fatto adattivo e di accompagnamento delle scelte dell’impresa. Hanno cercato fi dar passare quello che c’era scritto qualche mese fa nel documento presentato da Confindustria alla discussione sulle regole.
A questo punto dovrebbero avere qualche difficoltà in più…
Se il nuovo sistema di regole è funzionale a questa ipotesi, è evidente che non siamo di fronte a un problema di ingegneria istituzionale. Ma a un passaggio decisivo per l’esistenza stessa della contrattazione, e della funzione e del ruolo del sindacato.