Un bimestre d’oro per le entrate. L’Fmi: l’Italia è sulla strada giusta

«E’ giusto essere soddisfatti dei risultati del primo bimestre, e si può anche ragionevolmente sperare in risultati positivi per il 2007, ma è improprio e prematuro parlare di come impegnare le eventuali entrate aggiuntive dell’anno»: Vincenzo Visco, viceministro dell’economia, ancora una volta non si sbilancia, nonostante l’ottimo andamento delle entrate tributarie nel primo bimestre del 2007. E questo perché, spiega, «non si può fare una proiezione meccanica per l’intero anno. Bisogna attendere almeno i risultati dell’autotassazione». La prudenza di Visco è legittima, ma il dato sulle entrate fiscali nel bimestre gennaio-febbraio è clamoroso. Intanto da Washington arriva un plauso al governo: l’Italia è sulla strada giusta, la crescita economica si è fatta più robusta e il risanamento dei conti pubblici procede in modo spedito, scrive il Fmi nell’outlook primaverile presentato ieri. Per il Fmi l’economia, dopo il balzo del 2006, si manterrà su livelli di crescita sostenuti sia nel 2007 (+1,8%) che nel 2008 (+1,7%). E sul versante dei conti pubblici che sono arrivati i progressi più convincenti. Se un anno fa il Fmi parlava di sfide «tremende» per il governo di centro-sinistra appena insediato, oggi si riconosce che «l’Italia è riuscita ad imboccare la strada del risanamento delle finanze pubbliche».
Le cifre d’altra parlano chiaro: i dati resi noti ieri dal Dipartimento delle entrate nel primo bimestre dell’anno dicono che le entrate tributarie hanno superato i 57 miliardi di euro con un aumento rispetto allo stesso periodo del 2006 del 7,1%. A mostrare un trend positivo sono stati l’imposta sul reddito (per l’Ire 1,1 miliardi in più) e l’Iva (+630 milioni). A spingere invece negativamente, l’imposta sostitutiva sul risultato maturato delle gestioni individuali di portafoglio (-346 milioni). Nel dettaglio, le entrate nel primo bimestre sono state pari a 57,2 miliardi con un aumento di 3,7 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2006. Il dato è stato calcolato al netto del gettito derivante dalla rateazione residua del condono della finanziaria 2003, pari a 5 milioni di euro. Le poste di bilancio cosiddette One Off (o una tantum) hanno generato entrate per 33 milioni con un aumento di 19 milioni. Le imposte dirette hanno fruttato un gettito di 32,3 miliardi con un aumento di 1,8 miliardi pari al 5,9%. La performance migliore è stata registrata dall’Ires (l’imposta sul reddito delle società) il cui gettito è aumentato del 16,3%. Le imposte indirette hanno invece generato un gettito di 24,8 miliardi, con un incremento dell’8,6% e l’Iva ha prodotto entrate per 12,8 miliardi (+5,2%).
I primi due mesi del 2007 confermano dunque il buon andamento del gettito del 2006 e indicano che il «tesoretto» potrebbe incrementarsi, anche se non è ancora chiaro come questo surplus verrà redistribuito. Il sottosegretario alle finanze, Alfiero Grandi, non ha dubbi: se le entrate proseguiranno con questo ritmo «gli sgravi Ici e sugli affitti saranno sicuramente introdotti». Secondo Grandi, le maggiori entrate «hanno anche carattere strutturale – spiega – e se continua con questo ritmo ci troveremo a giugno nella condizione di finanziare gli sgravi Ici e le detrazioni per gli affitti, insomma il cosiddetto pacchetto prima casa».
Per Grandi l’operazione prima casa «per essere significativa costerà tra i 2 e i 3 miliardi» e entro giugno dovrebbe essere approvato dal parlamento il ddl delega sulle rendite finanziarie che delega il governo ad affrontare la questione della casa. «A quel punto – aggiunge – avremo lo strumento legislativo, e poi anche i soldi. E gli sgravi potranno decollare». Sulla stessa lunghezza d’onda è Paolo Ferrero: «intendiamo lavorare sulle detrazioni fiscali per le famiglie in affitto. La proposta, che sarà discussa al tavolo per la casa, è di estendere l’attuale possibilità di detrarre il canale contrattato a tutto il complesso ad affitto libero», ha dichiarato ieri il ministro per la solidarietà sociale durante un question time alla camera. Per Ferrero «si potrebbe così creare un circolo virtuoso che, grazie all’interesse a far risultare tutto il canone di affitto, comporterebbe sia un elemento positivo per le famiglie in affitto sia un recupero di evasione fiscale».