Ultras, ondata di arresti in tutta Italia Amato ammette errori, ma l’aula è vuota

E dopo le retate del giorno dopo, quelle in flagranza differita, arriva il giorno delle direttissime e delle udienze di convalida degli arresti. Roma, Milano, Taranto, Bergamo. Passa per queste città, per ora, la geografia degli arresti e dei processi dopo la domenica dei cortei e degli scontri per l’omicidio del ventottenne romano cui un agente di polizia avrebbe sparato, in circostanze da chiarire, sull’A1, all’altezza dell’autogrill di Badia al Pino, Arezzo. Che sarebbe stata una giornata di nuovi arresti era chiaro fin dal mattino, quando il ministro di polizia ha riferito a Palazzo Madama fornendo anche una contabilità delle manette – 5 aTaranto, 6 a Milano e 7 a Bergamo – oltre al vaticinio di nuovi arresti che scaturiranno dalle decine di identificazioni in corso. Parola di ministro. Nelle stesse ore, il pm di Arezzo, Giuseppe Ledda, tornava nell’autogrill per un soppralluogo sulla scena del crimine. Che si stia aggravando laposizione di Luigi Spaccarotella, varesino di origine calabrese, 31 anni, agente della polstrada, è ormai un dato acquisito. Anziché di omicidio colposo dovrebbe rispondere di omicidio volontario. Michele Monaco, legale della famiglia di Gabriele Sandri, la vittima, intravede un’evoluzione positiva della posizione della questura di Arezzo. Vincenzo Giacobbe, questore aretino, infatti, ammette che si sia trattato di un intervento «non professionalmente corretto. E’ sotto gli occhi di tutti, era meglio non estrarre la pistola». Il questore non si capacita, crede che il primo colpo sia stato sparato per attirare l’attenzione di chi era coinvolto in una rissa sull’altra corsia. Perché non crede che i poliziotti fossero consapevoli che si trattasse di tifosi. Poi ammette un «piccolo errore di comunicazione» quando ha detto,a bruciapelo, nella prima conferenza stampa, che erano stati sparati solo colpi in aria. Un piccolo errore di comunicazione che tanto piccolo non è se ha dato la stura, con le note titubanze a sospendere le partite, ai disordini della domenica sera.
E, mentre i professionisti del dolore piazzano i microfoni sotto l’abitazione dell’agente “scoprendo” che è sconvolto, in serata, arriva una laconica agenzia: Sono indagati per tentate lesioni, dalla procura di Arezzo, secondo quanto si è appreso a Roma, i quattro amici che erano con Gabriele Sandri domenica scorsa nella stazione di servizio di Badia al Pino.
Gli esiti dell’autopsia sul corpo del ventottenne ucciso «confermano che il colpo è stato sparato ad altezza d’uomo e con il braccio teso. Il tramite è netto, quindi il proiettile è entrato dritto: i fori sono paralleli», ha detto l’avvocato Michele Monaco, che assiste la famiglia della vittima. «Sembra che Gabriele abbia perso subito conoscenza che sia stata recisa la giugulare e che sia morto in pochi minuti a causa dell’emorragia».
Intanto, gli otto tifosi milanesi, interisti e milanisti, arrestati ieri mattina da digos e carabinieri saranno processati stamattina con rito direttissimo. Sei di loro sono accusati di violazione del Daspo, acronimo di Divieto di accedere a manifestazioni Sportive, gli altri due solo di travisamento nel corteo di protesta che ha raggiunto la rai di Corso Sempione. Altri due tifosi, arrestati in nottata, sono accusati di istigazione a commettere delitti contro l’integrità interna o internazionale dello Stato. Per loro, stamani, l’udienza di convalida col gip Salvini. Almeno due degli arrestati sarebbero attivi nella tifoseria organizzata, di cui quella milanista, sembra, sarebbe in rotta di collisione con la società. Nel carcere romano di Regina Coeli si terrà
l’udienza di convalida dell’arresto dei quattro arrestati nelle vie intorno all’Olimpico. Devastazione, danneggiamento, lancio di oggetti atti a offendere, violenza a pubblico ufficiale. Il catalogo è questo per Claudio Gugliotti, Saverio Candamano, Valerio Minotti, Lorenzo Sturiale. I più giovani hanno 21 anni, il più anziano 30. Per due di loro è scattata l’inedita, per fatti di tifo, aggravante della finalità di terrorismo. Nicola Cavaliere, vice di Manganelli, ha sostenuto al Costanzo Show che le reazioni di domenica fossero preordinate e slegate dalla rabbia per l’omicidio di Sandri.
A Bergamo, il conto degli arresti ha toccato quota dieci dopo gli scontri allo stadio che hanno causato l’interruzione di Atalanta-Milan dopo soli sette minuti. Tre di loro si sono presentati spontaneamente in questura con gli avvocati dopo aver appreso di essere ricercati. Oggi pomeriggio gli interrogatori di convalida. A Brindisi sono otto gli arrestati e un altro è ancora ricercato per gli scontri durante Taranto-Massese di C1. Tra le accuse devastazione e danneggiamenti ma non terrorismo. Secondo il questore tarantino sarebbero solo «soldati»: i loro capi agirebbero nell’ombra. Pisanu, ex ministro di polizia di Berlusconi, sa che gli estremisti allo stadio sono 80mila e militerebbero su fronti opposti, e ha una sua ricetta: «Privatizzare gli stadi». Al contrario, Rifondazione chiede di «rivedere da subito il decreto Amato-Melandri e limitare l’azione devastante dell’osservatorio, una struttura esclusivamente repressiva, che scavalca le stesse leggi dello stato con disposizioni ancor più anticostituzionali di quelle previste».