BRUXELLES, 7 luglio (Reuters) – L’Italia dovrà difendere il condono fiscale per l’Iva di fronte alla Corte Ue dopo che la commissione europea ha deciso di avviare una procedura di infrazione.
Con la legge finanziaria del 2003, l’Italia ha approvato misure fiscali che consentono di regolarizzare una serie di imposte non versate, compresa l’Iva.
La norma è stata ritenuta dalla commisione contraria alla direttiva Ue che prevede la tassazione di tutti i beni e i servizi.
“Le misure adottate dall’Italia vanno al di là dei margini di discrezionalità consentiti agli stati membri per effettuare i controlli”, ha spiegato la commissione oggi.
“L’azione italiana sembra più una generale e indiscriminata rinuncia ai controlli sulle entrate Iva cosa che contravviene agli obblighi assunti riguardo alla applicazione della legge comunitaria”, si legge in una nota.
La commissione ritiene che la norma italiana consenta allo Stato di non accertare il pagamento dell’imposta da parte delle società in un determinato periodo, se la società ha versato una somma fissa o una percentuale del dovuto.
Per l’esecutivo Ue inoltre, la norma mette a rischio la riscossione delle risorse proprie della comunità europea, costituita in parte da una percentuale della base imponibile Iva dei singoli stati membri.
La commissione ha deciso anche di avviare la seconda fase della procedura di infrazione contro l’Italia sui limiti imposti alle detrazioni Iva sui telefoni cellulari. Il tetto fissato dall’Italia è del 50%, mentre la normativa Ue consente detrazioni sui beni e i servizi utilizzati per motivi professionali.
((Tradotto da Redazione Roma, Reuters Messaging: [email protected] – +39 06 85224245 – [email protected]))