«Ue, ora modificare Schengen»

STRASBURGO — Giuliano Amato, ministro dell’Interno, lo lascia capire senza molti giri di parole: per lui la direttiva europea sulla libera circolazione delle persone non è più adeguata alla situazione attuale perché «è stata pensata per casi individuali e non per migrazioni di massa, che non erano mai avvenute». Dunque l’Unione Europea «deve affrontare il problema, perché non siamo preparati alla situazione. Dobbiamo perfezionare le norme europee sul movimento delle persone e anche, magari, gli accordi di Schengen».
Parla da Roma, Amato, in un’intervista ai quotidiani El Pais, Le Monde e Frankfurter Allgemeine Zeìtung. Gli ribatte da Strasburgo, con un’intervista a Radio Radicale, la sua controparte italiana nella Ue, Franco Frattini, vicepresidente della Commissione. Cambiare in senso restrittivo le norme di Schengen? «No, sono contrario». Modificare l’ormai famosa direttiva 38 suU’immigrazione? «Irrealistico. E non si può immaginare che si possa fare così in fretta. Ci vuol tempo, per cambiare una direttiva: come tutti sanno, non meno di due anni. Quindi si andrebbe a metà del 2009, e se ne occuperebbe un’altra presidenza europea».
Pur precisando di non aver ancora letto l’intervista di Amato e di non poter quindi «commentarla nel merito», Frattini mette altri paletti: «Se uno Stato proponesse regole più severe, dovrei consultare altri Stati membri e vedere le loro reazioni. In ogni caso, è vero che la direttiva 38 era stata pensata per casi individuali e non per espulsioni di massa, ma ora vi sono stati provvedimenti individuali e motivati, circa 150, non espulsioni di massa…».
Intanto, sono già passati un paio di giorni, da quando Roma e Bucarest hanno chiesto aiuto insieme all’Europa: e «per il momento», nota agro Giuliano Amato, «non vi è stata alcuna reazione, me ne dispiace». Ma le reazioni non sono certo mancate qui, a Strasburgo. L’altro ieri, Frattini (gruppo popolari) è stato attaccato in Parlamento da socialisti, verdi, liberali e comunisti, a causa di un’intervista a un quotidiano italiano in cui parlava di espulsione immediata per chi non ha mezzi di sostentamento. Ha ribattuto «ciò che ho sempre detto, e cioè rigore per i criminali, piena garanzia di circolazione per tutti gli altri». Ma la polemica non si è sopita, anzi.
Domani, al Parlamento europeo, avrebbe dovuto essere votato un testo di compromesso: non se ne parla già più, si voterà su testi diversi, e sui romeni sarà di nuovo spaccatura piena, in Europa come a Roma.