È naufragato anche ieri il progetto del governo ucraino di inserire nell’agenda del parlamento le modifiche al bilancio di Stato 2009, relative al sistema pensionistico e alle strutture di bilancio di Naftogaz, così come richiesto dal Fondo monetario internazionale. Gli esponenti del partito del premier Yulia Tymoshenko e quelli del Blocco di Lytvyn hanno votato a favore degli emendamenti, mentre il partito presidenziale Nostra Ucraina si è diviso, facendo andare sotto la maggioranza. IIl Partito delle Regioni e i comunisti si sono espressi contrari. “Siamo a favore del prestito da 16,4 miliardi di dollari del Fondo monetario internazionale. Ma non permetteremo mai che l’Ucraina accetti condizioni tali da peggiorare significatamente il livello di vita della povera gente”, ha commentato il leader del Partito delle Regioni Victor Yanukovych. Nei giorni scorsi, una delegazione del FMI è sbarcata a Kiev per rilanciare i negoziati con il governo ucraino e fissare nuove condizioni per l’erogazione totale del prestito. Finora l’Ucraina ha ottenuto solamente una prima tranche da 4,5 miliardi, per far fronte alla crisi. A dimostrazione della drammaticità della situazione economica ucraina, il dato di febbraio sulla produzione industriale, calata del 31,6% su base annuale sull’onda lunghissima del crollo della domanda mondiale nel settore industriale e chimico. Nel quarto trimestre 2008, il pil ha fatto registrare un eloquente -8% su base annuale. Per il 2009 il Fondo monetario prevede una contrazione del Pil del 6%, mentre la Banca mondiale stima un -9%, almeno. A rendere poi le cose ancora più complesse c’è il crollo della valuta locale, la grivna, che, malgrado una certa stabilizzazione negli ultimi tempi, ha perso oltre il 40% del proprio valore dall’inizio della crisi. L’inflazione resta alta, la disoccupazione cresce.