“Uccido ridendo una famiglia irachena”

Girato con mezzi di fortuna e lungo quattro minuti, il video mostra un caporale dei marines con la chitarra al collo che si esibisce di fronte agli applausi di altri commilitoni. Joshua Belile racconta, nella canzone “Hadji girl”, come si è innamorato di una ragazza irachena e come poi ha finito per ucciderne l´intera famiglia. «Era una invenzione, uno scherzo», si è difeso ieri il caporale, giurando che non aveva nulla a che fare con le stragi dei marine a Haditha. Ma il macabro video non è piaciuto né al Pentagono, che ha subito aperto una inchiesta, né tanto meno agli iracheni.
«La canzone è offensiva e contraria agli standard dei marines», ha tuonato il tenente colonnello Scott Fazekas. «Non possiamo permettere che le azioni di qualche soldato macchino la reputazione delle forze armate americane», gli ha fatto eco Nihad Awad, direttore del Council on American-Islamic relations.
Belile, 23 anni, è tornato a marzo negli Stati Uniti dopo una lunga permanenza nel contingente iracheno. «Ho scritto la canzone a settembre dell´anno scorso», ha spiegato il caporale al quotidiano Daily News di Jacksonville, nella Carolina del nord, dove si trovano le basi dei marines di Cherry Point e Camp Lejeune. I suoi compagni gli chiesero di esibirsi, lui lo fece senza rendersi conto che qualcuno avrebbe registrato la performance per poi metterla sul web.
La canzone parla di un marine che va a conoscere la famiglia di una ragazza irachena di cui si è innamorato. Lì, la poverina viene uccisa dai parenti, che poi attaccano anche l´americano con armi automatiche. Lui si serve della sorella minore come scudo e vede «il sangue schizzarle dalla testa». Poi afferra il suo mitra e manda «al Creatore» il padre e il fratello. E «ride come un maniaco».
«Non pensavo certo di essere preso sul serio», dice ora Belile. «Prometto che non canterò più la canzone e cercherò di eliminarne il testo e il video dal web». Ma anche se ci riuscirà – e non sarà facile – dovrà vedersela con l´inchiesta del Pentagono e con l´ira degli iracheni. E le polemiche sul caporale non potevano scoppiare in un momento peggiore. Dopo lo scandalo della prigione di Abu Ghraib, infatti, dove gli americani incappucciavano, umiliavano e maltrattavano i prigionieri iracheni, l´opinione pubblica mondiale è ora alle prese con la strage di Haditha. Lì, nel mese di novembre, un gruppo di marines avrebbe ucciso a sangue freddo, per rappresaglia, due dozzine di civili iracheni.
Subito paragonato al massacro di My Lai, durante la guerra del Vietnam, il caso di Haditha è al centro di due inchieste del Pentagono, una per la strage, l´altra per il tentativo di insabbiarla. Qualcuno ipotizza che persino Donald Rumsfeld potrebbe essere implicato per aver nascosto al Congresso e al paese la gravità dell´episodio. Ma l´avvocato di Wuterich, il marine che comandava il reparto della strage, spiega che il suo cliente si è attenuto alle regole del Pentagono e fa capire che il risultato dell´inchiesta è tutt´altro che sicuro. Ma certo questo clima di orrore e di sospetti non giova a caporale Belile.