Tutti a piedi nudi sul ponte di Brooklin

Sette milioni di persone a piedi, 400 milioni di dollari al giorno in danni e 10 gradi sotto zero. E’ questa la realtà in cui i newyorkesi si sono svegliati l’ultimo martedì prima di Natale dopo che, verso le 3 del mattino, la direzione del sindacato dei lavoratori dei trasporti pubblici, la Transport Workers Union, aveva annunciato l’inizio di uno sciopero a oltranza. Fino a poche ore prima, a trattative ancora in corso, si era parlato di un possible sciopero parziale ma la rottura dei negoziati è stata drastica. «Questa è una lotta per far sì che il duro lavoro venga ricompensato con una pensione decente», ha dichiarato in una conferenza stampa il presidente della Twu Roger Toussaint. «E’ una lotta contro l’erosione o l’eventuale eliminazione della copertura sanitaria dei lavoratori di New York. E’ una lotta per la dignità e il rispetto del lavoro, un concetto totalmente alieno alla MTA (la Metropolitan Transportation Administration, il nostro equivalente di un assessorato dei trasporti, ndr)». La trattativa è ferma su alcuni punti precisi: la discrepanza sulle percentuali di aumento ma, soprattutto, la riduzione delle pensioni per i nuovi assunti. A fomentare la rabbia degli scioperanti, anche il fatto che la MTA starebbe terminando il 2005 con un surplus di 1 miliardo di dollari.

«Causa uno sciopero illegale, il servizio dei bus e delle metropolitane della città è interamente sospeso», diceva il messaggio registrato a chi chiamava il numero verde del comune, il 311, per capire che stava succedendo e come comportarsi. Secondo la legge dello stato di New York, infatti, i lavoratori del settore pubblico non hanno diritto di sciopero e – per questa ragione – ognuno dei 33.700 membri della Twu (in larga maggioranza afroamericani e ispanici) sarà multato per una cifra pari a due giorni di lavoro per ogni giorno di astensione dal lavoro.

Impegnati per bloccare lo sciopero anche a livello giudiziario, i rappresentanti del municipio avevano già previsto un piano di emergenza. E, fin dalle prima ore dell’alba, tutti gli ingressi a Manhattan erano presidiati dalla polizia che nelle ore di punta, tra le 5 e le 11, ha bloccato l’accesso a ponti e a tunnel al di sotto della 96esima strada a tutti i veicoli con targa commerciale e alle auto con meno di 4 persone a bordo. Sempre per evitare ingorghi, alcune strade – come la Madison Avenue – sono state interamente chiuse al traffico e trasformate in «corsie di emergenza». Alle migliaia di pendolari che approdavano, come ogni mattina, a Penn Station o a Gran Central spettava decidere come raggiungere i rispettivi posti di lavoro. In via straordinaria, i taxi gialli hanno avuto il permesso di effettuare più fermate. In tilt, i telefoni dei vari servizi privati di limousine e furgoncini mentre a Queens e a Brooklyn, intorno alle rampe dei ponti, la gente cercava passaggi di fortuna «intercettando» automobilisti. Anche le scuole hanno iniziato le lezioni con due ore di ritardo.

Si sa, lo «spirito» e le risorse individuali dei newyorkesi sono giustamente considerati unici ma date la temperature, muoversi a piedi è un’opzione meno attraente di quanto lo fosse nell’aprile di 25 anni fa, l’ultima volta che la Twu indisse uno sciopero analogo. Quello sciopero, e quello immediatamente precedente del 1968, durarono rispettivamente undici e dieci giorni. Attraversando a piedi il Brooklyn Bridge per recarsi in municipio dal centro d’emergenza dove aveva trascorso la notte, il sindaco Michael Bloomberg (che usava regolarmente la metropolitana e che era visibilmente furioso), suggeriva ai cittadini di «tenere duro» e di ingegnarsi muovendosi a piedi, in pattini a rotelle o in bicicletta. E molti, anche oggi, ci hanno già pensato (monopattini a motore e skateboards sono riapparsi in strada).

New York, considerato anche il periodo prenatalizio in cui cade la mobilitazione, ha valutato in cifre altissime (400 milioni di dollari al giorno) il danno finanziario dello sciopero. Intanto, e in attesa di essere riutilizzate, le 6300 carozze della metropolitana newyorkese sono «parcheggiate» una vicino all’altra, sotto terra. Per evitare la ruggine e mantenere i binari puliti, alcune vetture saranno fatte circolare vuote.