Traduzione di l’Ernesto online
Il 20 gennaio 2011, diverse organizzazioni della sinistra radicale tunisina, in particolare il PCOT (Partito Comunista degli Operai della Tunisia) e il PTPD (Partito del Lavoro Patriottico e Democratico), si sono costituite in un Fronte, che porta il nome di “Fronte del 14 gennaio”, in riferimento alla data della fuga di Ben Ali, il presidente destituito.
Il “Fronte del 14 gennaio” si propone come obiettivo in particolare di organizzare la resistenza al governo di transizione attuale a cui partecipano i notabili del RCD (Raggruppamento Costituzionale Democratico), il partito di Ben Ali, e di costruire un’alternativa popolare che scaturisca dai comitati di vigilanza creati in molti quartieri di Tunisi per la difesa dal terrore scatenato dagli apparati del RCD e dalla polizia presidenziale. L’appello è indirizzato a tutte le forze di progresso politiche, sindacali e associative, allo scopo di realizzare gli obiettivi della rivoluzione popolare tunisina.
Il testo dell’appello:
Nell’affermare il nostro impegno nella rivoluzione del nostro popolo che ha combattuto per il diritto alla libertà e alla dignità nazionale e che ha fatto grandi sacrifici, con decine di martiri e migliaia di feriti e di prigionieri, e allo scopo di ottenere la vittoria contro i nemici interni ed esterni e di opporci ai tentativi di rendere vani questi sacrifici, abbiamo costituito il “Fronte del 14 gennaio” come lo strumento politico che verrà utilizzato per far avanzare la rivoluzione del nostro popolo verso la realizzazione dei suoi obiettivi e per contrastare le forze della controrivoluzione.
Il Fronte comprende partiti, forze e organizzazioni nazionali progressiste e democratiche.
I compiti urgenti del Fronte sono:
1 – Far cadere il governo attuale di Gannouchi e ogni governo che assumesse i simboli del vecchio regime, che ha attuato una politica antinazionale e antipopolare e ha servito gli interessi del presidente deposto.
2 – Lo scioglimento del RCD e la confisca della sua sede, dei suoi beni, averi e fondi finanziari, dal momento che appartengono al popolo.
3 – La formazione di un governo di transizione che goda della fiducia del popolo e delle forze progressiste militanti politiche, associative, sindacali e della gioventù.
4 – Lo scioglimento della Camera dei Rappresentanti e del Senato, di tutti gli organi fittizi attuali e del Consiglio Superiore della magistratura e lo smantellamento della struttura politica del vecchio regime e la preparazione di elezioni per un’assemblea costituente nel termine massimo di un anno allo scopo di formulare una nuova costituzione democratica e fondare un nuovo sistema giuridico per regolare la vita pubblica in modo da garantire i diritti politici, economici e culturali del popolo.
5 – Lo scioglimento della polizia politica e l’adozione di una nuova politica della sicurezza fondata sul rispetto dei diritti dell’uomo e la superiorità della legge.
6 – La traduzione in giudizio di tutti quelli che si sono resi colpevoli dell’appropriazione di fondi del popolo, di coloro che hanno commesso crimini contro di esso come la repressione, l’imprigionamento, la tortura e l’umiliazione – da chi lo ha deciso a chi lo ha eseguito – e infine di tutti i responsabili di corruzione e di sottrazione dei beni pubblici.
7 – L’espropriazione della vecchia famiglia regnante e dei suoi sodali e associati e di tutti i funzionari che hanno utilizzato la loro posizione per arricchirsi a spese del popolo.
8 – La creazione di posti di lavoro per i disoccupati e misure urgenti per accordare un indennizzo di disoccupazione, una maggiore copertura sociale e il miglioramento del potere d’acquisto dei salari.
9 – La costruzione di un’economia nazionale al servizio del popolo in cui i settori vitali e strategici siano sotto la supervisione dello Stato e la ri-nazionalizzazione delle istituzioni che sono state privatizzate e la formulazione di una politica economica e sociale che rompa con l’approccio liberale capitalista.
10 – La garanzia delle libertà pubbliche e individuali, in particolare la libertà di manifestazione e organizzazione, la libertà di espressione, di stampa, di informazione e di pensiero; la liberazione dei prigionieri e la promulgazione di una legge di amnistia.
11 – Il Fronte saluta il sostegno delle masse popolari e delle forze progressiste nel mondo arabo e nel mondo intero alla rivoluzione in Tunisia, e le invita a proseguire nel loro appoggio con tutti i mezzi possibili.
12 – La resistenza alla normalizzazione con l’entità sionista e la sua messa sotto accusa e il sostegno ai movimenti di liberazione nazionale nel mondo arabo e nel mondo intero.
13 – Il Fronte rivolge un appello a tutte le masse popolari e alle forze nazionaliste e progressiste a continuare la mobilitazione e la lotta sotto tutte le forme di protesta legittima, in particolare nelle strade fino al raggiungimento degli obiettivi proposti.
14 – Il Fronte saluta tutti i comitati, le associazioni, le forme di auto-organizzazione popolare e li invita ad estendere il proprio intervento a tutto ciò che riguarda la condotta degli affari pubblici e i diversi aspetti della vita quotidiana.
Gloria ai martiri dell’Intifada e Vittoria alle masse rivoluzionarie del nostro popolo.
Tunisi, 20 gennaio 2011
Lega della sinistra del lavoro
Movimento degli Unionisti Nasseriani
Movimento dei Nazionalisti Democratici (Al-Watad)
Corrente Baasista
Sinistra Indipendente
PCOT (Partito Comunista degli Operai della Tunisia)
PTPD (Partito del Lavoro Patriottico e Democratico)