Truppe di Beirut sulla linea blu è la prima volta dal 1967

In attesa di una decisione definitiva sulla composizione e sul mandato della forza internazionale che dovrà sorvegliare il confine con Israele, il Libano tenta di tornare a una condizione di normalità. Per tutta la giornata di ieri è proseguito il dispiegamento dei militari di Beirut nella zona meridionale del paese: l´equilibrio nel controllo del territorio che faticosamente si sta cercando di raggiungere ha rischiato di saltare in serata quando dei droni israeliani hanno sorvolato la valle della Bekaa: una ricognizione che sulle prime aveva suscitato qualche allarme, dopo che la polizia libanese – poi smentita da Beirut – aveva riferito di un bombardamento.
Al di là dell´allarme iniziale, l´episodio non ha compromesso i risultati del secondo giorno di presenza dei militari di Beirut a sud del fiume Litani: come due giorni fa, anche ieri le jeep e i blindati con le bandiere rosse e bianche sono stati accolti con applausi e gioia dagli abitanti dei villaggi raggiunti che, in qualche caso, avevano visto gli israeliani partire solo qualche ora prima. Secondo i calcoli dell´esercito di Gerusalemme, i due terzi delle postazioni avanzate detenute dai militari oltre il confine sarebbero già passate sotto controllo Onu o libanese. Beirut da parte sua ribadisce che tutti i 15mila militari promessi saranno al loro posto in pochi giorni.
Ieri i tank hanno raggiunto Cana, Hadatha e Beit Yahoun, fra le zone più distrutte dai 34 giorni di combattimenti, e raggiunto il confine con Israele, zona nella quale gli uomini di Beirut non mettevano piede da quasi 40 anni.
Particolari festeggiamenti sono stati riservati ai militari a Sheeba, ai piedi di quelle alture – attualmente sotto controllo israeliano – la cui sovranità è da anni al centro di un contenzioso internazionale fra Libano, Siria e Israele. Le feste hanno rischiato di essere oscurate in serata dall´episodio avvenuto nella Bekaa: aerei e droni israeliani hanno sorvolato la valle alle spalle di Beirut, i media libanesi hanno parlato di colpi sparati, ma i comandi israeliani hanno smentito che sia stato aperto il fuoco.
Ha sparato invece la contraerea libanese, che però non ha colpito i velivoli.
Insieme alle operazioni militari, proseguono anche le cerimonie per le vittime del conflitto: ieri Cana ha seppellito i 29 morti, fra cui 16 bambini, vittime del bombardamento israeliano del 30 luglio. Le immagini delle bare, avvolte dalle bandiere libanesi e, per tre combattenti, da quelle gialle e verdi di Hezbollah, sono state trasmesse in diretta da tutte le televisioni libanesi: nelle ultime ore sono state sepolte 250 persone.
Al rito dei funerali, si accompagna quello dei bilanci: il governo stima in 3,6 miliardi di dollari i danni subiti dal Libano. A cinque giorni dalla cessazione delle ostilità, la macchina della ricostruzione sembra ancora saldamente in mano agli Hezbollah: da due giorni i miliziani hanno cominciato a distribuire soldi – 12mila dollari – a chi ha avuto la casa distrutta. Sulla ricostruzione, soprattutto nelle campagne del Sud, pesa l´incubo delle mine e delle cluster bombs: una trentina di località da bonificare sono già state individuate dagli sminatori Onu, ma il totale potrebbe arrivare a cento.