Tra le sigle della guerriglia vince Zarqawi

La maggior parte degli attacchi anti-Usa a opera dei saddamisti. Ma ora Al Qaeda prova a tirare dentro la guerra civile anche i nazionalisti di Al Sadr. Lo sceicco rilancia: una fatwa per fermare i terroristi
Muqtada Al Sadr, lo spregiudicato clerico sciita che sta diventando uno dei principali protagonisti della politica irachena, ieri ha invitato i leader religiosi sunniti a emettere una fatwa (un editto islamico) che vieti ai sunniti di aderire ad Al Qaeda e di attaccare gli sciiti. L’uomo che guida una delle milizie meglio preparate – il famigerato esercito del Mahdi – e riesce nello stesso tempo a stare nel governo, ad essere una spina nel fianco degli americani e un religioso sempre più influente, con il suo appello all’unità ha segnalato un pericolo che incombe sull’Iraq. Che cioè l’idea del defunto leader di Al Qaeda Abu Musab Al Zarqawi secondo cui gli sciiti sono infedeli e come tali vanno massacrati si diffonda tra gran parte della guerriglia sunnita e che, d’altra parte, gli sciiti reagiscano con altrettanto odio e violenza avviando una spirale incontrollabile di morte.
Gran parte degli attacchi contro le truppe americane – sottolineano gli esperti d’intelligence – sarebbero in realtà portati a termine da quelli che vengono definiti genericamente come «nazionalisti sunniti» tra cui hanno grande influenza gli ex membri del regime di Saddam Hussein in possesso della migliore preparazione militare. Alla loro testa potrebbe esserci quell’Izzat Ibrahim Al Douri, già vice presidente del consiglio rivoluzionario iracheno, dato per morto qualche mese fa da un comunicato del Baath in seguito smentito.
Ma le notizie dell’altro ieri e di ieri, con i colpi di mortaio e le autobomba tra gli sciiti di Sadr city e la rappresaglia fatta di moschee sunnite date alle fiamme, sembrano indicare che è la strategia di Zarqawi a rivelarsi vincente. Al Qaeda in Iraq ha iniziato ad operare in Mesopotamia sotto la sigla Tawid wal Jihad (monoteismo e guerra santa) prima di trasformarsi, all’incirca un anno fa, in qualcosa di più complesso. Con la nascita del Consiglio della Shura dei muhjaeddin infatti ha preso forma un’alleanza tra almeno otto formazioni – tra cui quella di Zarqawi – che si richiamano all’ideologia di Osama bin Laden.
Ad Al Qaeda è attribuito l’attentato contro la moschea di Samarra del 22 febbraio scorso, che può essere considerato come l’inizio degli scontri interconfessionali che hanno portato al massacro di giovedì e alle vendette di ieri. All’alba del 22 febbraio una serie di bombe distrussero uno dei luoghi più santi per gli sciiti, dove sono custodite le reliquie dell’Imam Hassan al Askari e quelle di suo padre, l’Imam Ali Al Hadi.
La serie di attentati (autobomba e lanci di mortaio) culminati nella strage di giovedì hanno invece preso di mira Sadr city, quartiere sciita roccaforte di Al Sadr, nell’apparente tentativo di trascinare nella guerra civile il cosiddetto «Esercito del Mahdi», altra milizia protagonista nell’Iraq del dopo invasione. Il Mahdi scatenò un’insurrezione anti-americana nell’agosto 2004. Dopo di allora Muqtada è entrato nel gioco politico e ora ha 30 poltrone nel parlamento dominato dagli sciiti. La sua milizia e la sua popolarità in costante ascesa gli permettono di giocare su più fronti: governo, piazza e guerriglia, mostrando a tratti disprezzo per i partiti sciiti tradizionali (Sciri e Dawa), accusati di utilizzare milizie e squadroni della morte alle dipendenze del ministero dell’interno per terrorizzare i sunniti. Colpire Sadr, che da sempre si atteggia a paladino dell’unità irachena, vuol dire cercare di coinvolgerlo a tutti gli effetti nella guerra sciiti-sunniti.