Tra Italia e Usa c’è anche il caso Sardegna

Soru pretende il rispetto dei trattati sulla Maddalena. L’ambasciatore rinvia l’incontro

Doveva essere la base di Santo Stefano l’argomento principale dell’incontro tra il presidente della giunta regionale sarda Renato Soru e l’ambasciatore Usa in Italia Mel Sembler programmato per stamattina a Cagliari. Lo scorso ottobre Soru aveva chiesto che la base americana, punto d’appoggio per sommergibili a propulsione e armamento nucleare, fosse chiusa. Al rappresentante di George W. oggi avrebbe ripetuto la stessa cosa. Ma Sembler, dopo l’incontro con Berlusconi e Fini a palazzo Chigi, ha deciso di rinviare la visita sarda di qualche settimana. La crisi tra Usa e Italia, aperta dalle drammatiche vicende della liberazione di Giuliana e dell’omicidio Calipari, ha trattenuto l’ambasciatore a Roma. In Sardegna contro la base della marina Usa e contro la massiccia presenza militare nel resto dell’isola, è schierata una forte corrente di opinione. Per il 19 marzo i gruppi pacifisti e antimilitaristi hanno organizzato a Cagliari una manifestazione. Chiederanno, insieme al ritiro delle truppe italiane dall’Iraq, lo smantellamento di tutte le basi militari.

L’attacco di Renato Soru contro la presenza militare americana a Santo Stefano data da tempo. Il 29 settembre dello scorso anno, rispondendo ad un’interrogazione di un consigliere di Rifondazione comunista, il presidente della giunta aveva detto che avrebbe chiesto la desecretazione dei patti internazionali sottoscritti dall’Italia con gli Stati Uniti per la base.

Meno di un mese dopo, il 21 ottobre, Soru, durante una visita alla Maddalena, aveva chiesto formalmente lo smantellamento della base: «In amicizia gli americani sono venuti – aveva detto di fronte ai rappresentanti del governo e ai vertici della forze armate – e in amicizia se ne devono andare. Abbiamo fatto la nostra parte per trentadue anni, ci sentiamo come un esercito che è rimasto al fronte per tanto tempo e che adesso ha bisogno di un ricambio». Anche contro le servitù militari la posizione di Soru era stata molto netta: «Il poligono di Capo Teulada deve essere dismesso in base a un protocollo d’intesa firmato nel 1987 dall’allora presidente della Regione Mario Melis e dall’allora ministro della Difesa Spadolini. Quell’impegno finora è stato disatteso e la rRegione ha intenzione di riproporlo con l’obiettivo di ridurre le servitù militari».

Alla Maddalena c’è una situazione di allarme sanitario. Il 25 ottobre 2003 il sommergibile a propulsione nucleare Hartford, di stanza nella base americana, andò a sbattere sugli scogli della Secca dei Monaci, a sei miglia di distanza dalla Maddalena. Un’indagine scientifica, svolta da un gruppo di scienziati italiani e stranieri e commissionata da Legambiente, ha stabilito che nelle acque dell’arcipelago c’è plutonio 239. Concentrazioni di isotopi radioattivi oltre la norma sono state trovate lungo tutto il perimetro dell’isola. Le quantità massime sono state rilevate sulle coste settentrionali e orientali della rada di Santo Stefano, che si affaccia sulla base dei sommergibili nucleari Usa. Risultati preoccupanti erano emersi, qualche mese prima, anche da un’indagine di una squadra di scienziati francesi. Subito dopo l’incidente dell’Hartford, il governo di Parigi aveva voluto vederci chiaro. I biologi incaricati dal ministro francese della sanità avevano trovato nelle acque dell’arcipelago concentrazioni di torio e di altre sostanze radioattive decisamente superiori ai limiti.

La Sardegna è la regione italiana che ha la maggiore concentrazione di servitù miliari. Nell’isola c’è il 72% dei poligoni di tiro, l’89% di utilizzazione degli stessi, il 54% delle aree di sgombero e il 62% di superficie aerea sorvolabile. «Nel 1987 una conferenza Stato-Regione», dice il sindaco di Teulada Salvatore Locci, «individuò le zone del demanio militare da dismettere e da rimettere a disposizione della Regione e delle comunità locali. Da allora, però, non solo non è cambiato niente, ma ci sono state proposte di estensione delle basi militari, a partire da quella di Santo Stefano. A Teulada si vive una situazione difficile da troppi anni. Dobbiamo riconquistare la nostra sovranità».