Telecom, Cusani rifà i conti: sono preoccupanti

L’indebitamento lordo di Telecom alla fine del secondo trimestre ammontava a 45,3 miliardi di euro: è il dato che emerge da uno studio diffuso ieri dalla segreteria nazionale della Slc-Cgil, presentato a una assemblea nazionale a Napoli, e realizzato da Sergio Cusani, presidente della Banca della Solidarietà. Considerando la cassa e altre disponibilità liquide (per 2,9 miliardi) e altri credito cari, l’indebitamento netto scende a 41,3 miliardi. Ma dietro queste cifre, note da tempo lo studio del sindacato ne rivela altre, alcune delle quali destano preoccupazione.
E’ allarmante, ad esempio, che al 31 dicembre 2005 «la liquidità Telecom era di 10,3 miliardi di euro», mentre a metà dell’anno, cioè al «30 giugno 2006 si è ridotta a 2,9 miliardi». Questo significa che «la società ha consumato «cassa» per più di 7 miliardi in soli 6 mesi». Di più: «a fronte di quasi 10 miliardi di dividendi maturati tra il 2002 e il 2005, nel biennio 2006-2007 ben 8 saranno i miliardi di perdite da onorare». Insomma, le prospettive non sono delle migliori.
Premesso che «per salvare questa azienda, che va assolutamente sanata e rimessa a pieno titolo nel sistema industriale, bisogna rivederne l’assetto proprietario», lo studio solleva alcuni dubbi sulla gestione finanziaria che sembra aver condizionato il nuovo assetto di Telecom, nominato di gran fretta.
In particolare ci sono state alcune operazioni non facilmente comprensibili. Il 12 giugno di quest’anno, per esempio, è stato rimborsato un prestito con scadenza nel 2046 al tasso del 5,6% e al 102% del valore nominale. Dopo alcune settimane, invece, è stato emesso un bond in dollari con scadenza 2036 che paga un tasso del 7,2%.Perché questo cambio apparentemente incomprensibile? Vi sono previsioni congiunturali negative? Di che natura sono i bond emessi all’estero?
Quello che è sicuro è che Telecom non scoppia di salute, come mostra l’erosione dei margini, tanto che l’ebitda (il margine operativo lordo) è peggiorato per molti segmenti di attività. Per la rete fissa Italia, ad esempio, è sceso dell’1,6% su ricavi per 8,5 miliardi; per la rete fissa europea c’è stato un drammatico crollo del 216,7% su ricavi per 427 milioni. E non va bene neppure la rete mobile italiana (wireless) che registra un -3,1% su ricava per 1,7 miliardi.
Va bene solo la rete mobile estera (praticamente Tim Brasile, che secondo voci è destinata a essere venduta per 6-8 miliardi di dollari) che registra un incremento dell’ebitda del 115,9% su ricavi per 1,7 miliardi. La prossima trimestrale di Teleconm sarà presentata da Guido Rossi: a lui il sindacato chiede maggiore chiarezza e trasparenza sul reale stato della società.