Teheran, Bush preme «L’ Italia deve tagliare i rapporti commerciali»

Gli Stati Uniti si preparano a dare battaglia sull’ Iran al Consiglio di sicurezza dell’ Onu: da un lato promuoveranno «nuove sanzioni che mordano», dopo quelle dello scorso dicembre; e dall’ altro premeranno sugli alleati, innanzitutto l’ Italia, perché adottino, indipendentemente da esse, le stesse misure finanziarie bilaterali del ministero del Tesoro Usa contro Teheran. L’ Italia è la prima grande nazione nel mirino americano perché è il massimo partner commerciale dell’ Iran in Occidente e la massima datrice di garanzie governative dei relativi prestiti bancari. Ma non è l’ unica: vi sono anche Germania, Francia, Olanda e persino Gran Bretagna. Il confronto al Consiglio di sicurezza, di cui l’ Italia è un membro a rotazione, incomincerà domani in una riunione preliminare. Già sottoposto a pressioni perché partecipi alle operazione militari in Afghanistan, il nostro Paese lo sarà anche perché passi da un’ opera di persuasione a provvedimenti concreti contro l’ Iran. La strategia Usa è stata delineata da Nicholas Burns, direttore politico del dipartimento di Stato, ai suoi uomini all’ Onu. Nel caso che il Consiglio si blocchi sulle «sanzioni che mordano», come sembra probabile dalle dichiarazioni del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, l’ ambasciata americana al Palazzo di vetro di New York dovrà cercare di strappare ai vari membri l’ impegno a «tagliare o a vietare crediti agli scambi con Teheran». Nel 2006 quelli dell’ Italia superarono i 6 miliardi di dollari, contro 5 miliardi e mezzo della Germania e 1 miliardo e mezzo della Francia. Il ministero del Tesoro ha già distribuito agli alleati un elenco delle banche e le compagnie iraniane «off limits», una trentina in tutto, collegate ai programmi nucleare e missilistico di Teheran, o vicine a gruppi ritenuti terroristici. Qualcuna delle banche e compagnie avrebbe anche sede in Italia. Il dipartimento di Stato sostiene che le sanzioni di dicembre stanno lasciando un segno, e una seconda spinta potrebbe essere decisiva per indurre Teheran a negoziare la propria rinuncia al riarmo nucleare e all’ interferenza in Iraq. Ma si rende conto che Russia e Cina potrebbero opporre il veto a una risoluzione del Consiglio di sicurezza, e confida così di ottenere qualche risultato premendo sugli alleati dell’ Ue. Ieri a Mosca in un’ intervista a un quotidiano Lavrov ha detto chiaramente che il dialogo e non le sanzioni è la strada da seguire con l’ Iran. «Perdere questa chance sarebbe imperdonabile», ha detto, criticando l’ America per «i preparativi militari nel Golfo persico». Il ministro russo si è scagliato contro l’ unilateralismo Usa: «Noi possiamo permetterci non solo di respingerlo ma di offrire alternative». A sentire Teheran, qualsiasi decisione emerga dal Consiglio, siano sanzioni siano provvedimenti bilaterali, l’ effetto sarà zero sul programma nucleare. «Nulla ci farà ritornare indietro», ha ribadito il capo negoziatore iraniano Ali Larijani. «È lecito il martirio, è obbligatorio sacrificare la vita per il sogno atomico», ha aggiunto l’ ayatollah Khazali. Per il Wall Street Journal, voce della finanza e dei conservatori americani, non sarà possibile risolvere l’ impasse se gli alleati europei non aiuteranno l’ America e non metteremmo la Russia con le spalle al muro. La Russia sta facendo una politica antiamericana non solo in Iran ma anche nel Golfo Persico e del Medio Oriente, ha scritto il giornale, ricordando che Mosca ha condonato decine di migliaia di dollari di debiti alle nazioni arabe, che le sta riarmando, e sta fornendo loro materiali e tecnologie nucleari.