Tagli da terapia d’urto

«Il malato è grave, anzi gravissimo. E dunque va curato con una cura pesante, anzi pesantissima». L’equazione del ministro Padoa Schioppa non fa una grinza ma la scommessa del centro sinistra al suo vero esordio nella politica economica resta altissima perchè non è ancora chiaro se i provvedimenti che prenderà il governo in materia di conti pubblici ricadranno interamente sulle politiche sociali delle regioni o resteranno nei confini di una politica selettiva che miri agli sprechi e a una politica di contenimento mirato delle spese. Ieri nell’incontro che si è tenuto a palazzo Chigi tra i rappresentanti delle Regioni e il governo nessuno ha azzardato delle cifre, ma le parole usate per descrivere che cosa accadrà nelle prossime settimane sono più eloquenti dei numeri. E comunque prima o poi il governo si dovrà sbilanciare: l’effetto annuncio potrebbe sortire esiti negativi sui mercati e questo potrebbe essere un boomerang sugli stessi provvedimenti.
Certo, l’elenco dei settori che subiranno la terapia d’urto della manovra economica non fa ben sperare: secondo quanto è stato detto ieri gli interventi dovrebbero colpire i punti chiave dell’economia: la previdenza,il pubblico impiego,la scuola e la sanità, ovvero i punti socialmente più delicati. Secondo quanto si apprende da uno dei partecipanti alla riunione, Padoa-Schioppa si sarebbe limitato a preparare il terreno annunciando una cura pesante ma non si sarebbe sbilanciato nè sulle cifre nè sui particolari dei settori che saranno colpiti. Il prossimo 4 luglio, riferiscono i partecipanti alla riunione, il ministro dell’Economia incontrerà i rappresentanti delle Regioni per discutere dell’andamento della spesa sanitaria, in vista della presentazione del Dpef e della manovra bis. «Oggi abbiamo iniziato il confronto, siamo all’insediamento della Conferenza e abbiamo sostanzialmente discusso di questioni di metodo: c’è la volontà reciproca di fare un passo in avanti nella collaborazione e adesso lo dovremo verificare nel lavoro a partire nei prossimi giorni e nelle prossime settimane», ha detto il presidente della Conferenza delle regioni, Vasco Errani, al termine dell’incontro governo-autonomie locali che si è svolto a Palazzo Chigi. Molti i temi sul tappeto per i quali regioni e enti locali chiedono attenzione. «Patto di stabilità interno, risorse ma soprattutto – dice Errani la sanità. Capitolo, quest’ultimo, per il quale noi – prosegue Errani – proponiamo di ricostruire un nuovo patto, almeno triennale, ma anche per garantire la piena corrispondenza tra i livelli essenziali di assistenza e le risorse per gestire questi livelli».
Il ministro dell’economia, prevedendo problemi all’interno della maggioranza, si è lasciato andare anche a qualche battuta: «I cecchini girano d’estate, e i cecchini uccidono le buone idee». Meglio, quindi, rinviare la stesura del nuovo patto di stabilità interno per gli enti locali all’autunno, con la finanziaria. Nel Dpef non ci sarebbero quindi i termini precisi del nuovo patto, che richiede più tempo per la sua definizione. Un patto che, avrebbe sottolineato Padoa Schioppa, «servirà a controllare la spesa, ma anche per rilanciare lo sviluppo». Il ministro si sarebbe detto molto preoccupato per la situazione di indebitamento delle autonomie locali e avrebbe fatto trapelare l’intenzione di intervenire energicamente sulla responsabilizzazione degli enti.
«Sul piano del metodo l’incontro tra le regioni, le autonomie locali e il governo è stato soddisfacente ma la situazione dei conti dello stato è assai preoccupante», ha detto il presidente della regione Piemonte, Mercedes Bresso, uscendo da palazzo Chigi. «Se non c’è crescita – ha proseguito il governatore – e’ molto difficile incidere sulla spesa».
Mentre i sindacati e i governatori vanno cauti e attendono le cifre della terapia, il ministro Padoa Schioppa si ritrova un alleato non sempre comodo:il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo: «Penso che ci sia una forte e fitta preoccupazione per la situazione del debito pubblico che siano necessarie scelte coraggiose e che creino le premesse per lo sviluppo e la crescita di cui c’è un enorme bisogno.
Bisogna generare risorse per gli investimenti. Condivido totalmente le dichiarazioni del ministro dell’Economia Padoa-Schioppa e credo che ognuno debba fare la sua parte, cominciando da noi imprenditori e mi sembra che le imprese stiano reagendo».