Martone ha già anticipato il suo giudizio ai giornali, minacciando sanzioni. L’agitazione sarà confermata
Il sindacato di base non crede alla mediazione del garante. Quattro lettere a Ciampi, Pera, Casini e a Berlusconi. Il blocco previsto per il 30 e 31 agosto
LUCA DOMENICHINI
Il Sult è alle strette, ma non cede. Il prossimo 22 agosto, Alitalia e il sindacato dei trasporti si incontreranno davanti al garante, Paolo Martone, per discutere sullo sciopero indetto per il 30 e 31 agosto, ma il sindacato degli assistenti di volo ha già fatto sapere di non voler rinunciare. E altrimenti non potrebbe essere, visto che il provvedimento di Alitalia potrebbe «cancellare» del tutto il sindacato. «Noi non cederemo», dice il segretario della categoria, Fabrizio Tomaselli. «La convocazione di Martone è soltanto un atto dovuto, un modo per dire di avere fatto il suo dovere. Ma in realtà non credo che l’incontro possa arrivare ad alcuna mediazione». A questo punto scatta il conto alla rovescia. «Alle 00,01 del 30 agosto cominceremo lo sciopero indetto dagli assistenti di volo», dice Tomaselli, «a meno che dal governo non arrivi nei prossimi undici giorni una risposta» che faccia fare marcia indietro all’Alitalia, l’azienda che lo scorso 5 agosto aveva sospeso i «diritti e le agibilità» del sindacato. Un atto durissimo, che obbligherebbe i sindacalisti a tornare in produzione, togliendo alla sigla il diritto di convocare assemblee. «L’Alitalia», si legge nel comunicato sindacale, «deve prendere atto che solo i lavoratori possono decidere di far vivere o morire un sindacato». Aggiunge Tomaselli: «Anche davanti a una eventuale precettazione del ministero», dice il segretario, riferendosi alle sanzioni che potrebbero ricadere sui sindacalisti e i lavoratori iscritti, «noi non ci fermeremo, perché è in gioco il riconoscimento del nostro stesso ruolo». Riconoscimento che è già stato in parte smontato dal garante, quando l’11 agosto scorso – lo stesso giorno in cui il Sult proclamava lo sciopero – Martone dichiarava: «Lo sciopero indetto è illegittimo». Un parere informale, espresso a un giornalista prima ancora che il sindacato spedisse la lettera ufficiale, ma che adesso fa dubitare i sindacati dell’imparzialità di Martone: «La Commissione di garanzia presieduta da Martone deve tutelare il diritto allo sciopero, ma quale tutela può venire da un garante che definisce a prescindere lo sciopero del 30 come illegittimo?».
Neppure Paolo Maras, il coordinatore nazionale del Sult, crede che dall’incontro possa uscire una mediazione tra le parti: «L’incontro è solo una pro-forma, non penso che possa produrre alcun effetto». Adesso si aspetta il governo, in attesa che faccia cambiare idea all’azienda. Ieri, nel frattempo, anche i controllori di volo, gli «uomini radar», hanno dato il loro appoggio agli assistenti iscritti al Sult, inviando quattro lettere indirizzate a Ciampi, Pera, Casini e al governo. A nome dell’Anpcat, Licta, Cila A.V. e Sacta, i sindacati autonomi degli uomini radar chiedono alle prime quattro cariche dello Stato di intervenire a favore del sindacato, per evitare «abusi e discriminazioni» e «per difendere la norma costituzionale che garantisce il diritto di libera organizzazione ai cittadini della Repubblica italiana». Si aspetta così un intervento della politica, che faccia rivedere all’Alitalia le sue posizioni, e ponga termine allo sciopero. Il periodo scelto per il blocco dei lavori è il rientro dalle vacanze, i due giorni «caldi» di fine mese.
E per ora mancano solo undici giorni prima che la mobilitazione cominci. D’altro canto, è lo stesso coordinatore del Sult, Maras, a spiegare che dall’incontro in Commissione c’è forse da attendersi poco: «La convocazione separata delle parti non ha mai prodotto alcun effetto, e al momento, non credo proprio che da questa convocazione possano scaturire le condizioni per una revoca o sospensione dello sciopero».