E’ con grande apprensione che seguiamo gli avvenimenti verificatisi in Moldova dopo l’elezione parlamentare democratica, in cui i comunisti hanno ottenuto una larga maggioranza. C’erano 3.000 osservatori di diversi paesi, anche dell’Unione Europea, che non hanno registrato alcuna violazione degli standard elettorali europei.
Abbiamo il dovere di condannare la furia vandalica dei dimostranti nelle piazze, l’occupazione di entrambi i palazzi del Parlamento e dell’amministrazione presidenziale, i saccheggi e gli incendi, provocati dal nazionalismo e da un primitivo anticomunismo. Sosteniamo e apprezziamo molto il comportamento responsabile tenuto dal Presidente Vladimir Voronin, che ha fronteggiato la situazione con mezzi politici, non attaccando il Parlamento, come invece aveva malauguratamente fatto Boris Eltsin tempo fa. La violenza e le devastazioni nelle strade di Chisinau rappresentano un attacco alla democrazia e una manifestazione di rozzo disprezzo nei confronti della volontà dei cittadini espressa in libere e democratiche elezioni. Non ci sono molti paesi, in cui un partito politico al governo possa vincere tre volte ripetutamente, con il sostegno del 50% degli elettori. Il popolo apprezza i progressi raggiunti durante il periodo di governo comunista, il miglioramento del livello e degli standard di vita.
Il fatto che queste violente proteste non abbiano ricevuto nessun sostegno in altre parti della Moldova dimostra che esse sono state montate ad arte e che sono state appoggiate da coloro che vivono nella nostalgia delle rivoluzioni colorate degli anni del governo del presidente Bush.
Invitiamo l’opinione pubblica ceca ad unirsi alla condanna delle violenze e dell’affronto alla democrazia. Chiediamo al Primo Ministro del governo ceco, che sta presiedendo l’Unione Europea, di fare tutto il possibile perché il tentativo di rovesciare il risultato di questa elezione democratica venga condannato senza appello dall’Unione Europea.
Praga, 8 aprile 2009
Traduzione di Mauro Gemma