In questi giorni sui muri di Roma sono apparsi, affissi da squadre di attacchini commerciali, dei manifesti recanti il glorioso simbolo del PCI con la scritta “Cosa rossa? No grazie” ed al posto della firma una generica definizione “noi siamo comunisti/e”. Si tratta di simboli e contenuti che sottoscriviamo apertamente.
In molti, infatti, hanno pensato si trattasse di manifesti di Iniziativa Comunista.
E’ nostro dovere, perciò, dichiarare che non abbiamo nulla a che fare con essi, che ci dissociamo completamente da questi metodi e che mai abbiamo fatto né faremo atti o iniziative politiche anonime. Più in generale i comunisti non hanno mai usato questi metodi che appartengono piuttosto alla spiantata e inconcludente goliardia futurista.
Documenti o atti “comunisti” anonimi sono tradizionali strumenti delle centrali della provocazione e di quegli apparati che vengono, con massima ipocrisia, definiti deviati.
C’è una lunga storia che va dalla distribuzione di volantini anonimi concepiti in modo da farne ricadere la colpa sul compagno Pietro Secchia, durante l’VIII Congresso del PCI nel 1956 fino all’aprile del 2003 quando una piazza nella quale si svolgeva una manifestazione pubblica di IC (da tempo annunciata anche alle autorità di polizia), fu tappezzata di manifestini anonimi inneggianti a Mario Galesi.
Per quanto ci riguarda può essere l’inizio di una catena di provocazioni che potrebbe finire in una trappola per chissà quanti e quali compagni.
Se autore di tale bravata è stato qualche ingenuo compagno in buona fede, sarà meglio che rifletta, insieme a tutti quelli che hanno la testa sulle spalle. In primo luogo su dove ci hanno condotto i guasti della frantumazione: ovvero il movimentismo, lo spontaneismo, la logica anarcoide (o futurista) dei singoli atti individuali che può fare chiunque. Cosa c’è da vergognarsi? è un onore firmare un manifesto con quel simbolo.
In secondo luogo si rifletta sulla “coincidenza” dell’apparizione di simili manifesti anonimi proprio la settimana successiva al completamento di tutti gli adempimenti notarili necessari per la presentazione della lista “con Iniziativa Comunista per la libertà” alle prossime elezioni provinciali, lista completa e definita. In terzo luogo (ma più importante di tutto) si rifletta sull’eventuale insperata opportunità che viene offerta alle centrali di provocazione ed agli strateghi della tensione, proprio nei giorni successivi a quelli della nuova ondata di isteria e caccia alle streghe seguiti alla vicenda del Papa e dell’università La Sapienza. Una volta stabilito che esisterebbero effettivamente dei comunisti (potrebbe essere chiunque) i quali usano diffondere manifesti (o altro) in forma anonima, come fare se malauguratamente appariranno manifesti similari aventi contenuti infamanti e capaci di costituire pretesto per montature e persecuzioni verso chissà quali compagne/i od organizzazioni sociali e politiche di sinistra?
Per tutti questi motivi i comunisti hanno sempre rivendicato apertamente le proprie posizioni e i propri documenti anche nel periodo della clandestinità.
Iniziativa Comunista è pronta ad abbracciare fraternamente eventuali compagni in buona fede responsabili di tale leggerezza discutendo con loro in modo franco e pacato. Iniziativa Comunista si dichiara disponibile ed anzi sollecita, su questi temi, una discussione profonda, sincera e fraterna con qualsiasi organizzazione di sinistra o compagna/o che lo ritenga utile.
Iniziativa Comunista ha dato sempre prova, nel mantenere sempre un’intransigente e coerente posizione comunista, di saper affrontare e combattere gli intrighi e le manovre della provocazione, degli strateghi della tensione, degli apparati deviati, sconfiggendoli sistematicamente ogni volta che questi hanno tentato di sbarrarle il passo. Invitiamo la gioventù sincera e combattiva a contare su Iniziativa Comunista per superare le tante insidie a cui ricorrono la borghesia e i suoi vari reparti nell’illusorio tentativo di spegnere o quantomeno deviare la lotta di classe.
Roma 22 Gennaio, Ufficio Stampa di Iniziativa Comunista