Strani istruttori israeliani in Bolivia

Effettivi dei servizi segreti israeliani istruirono le forze di polizie boliviane prima e durante la crisi dell’ottobre 2003, caratterizzata da durissimi scontri fra civili ed esercito che lasciarono sull’asfalto decine di morti e centinaia di feriti.
La notizia, pubblicata dal giornale di Cochabamba Los Tiempos e rilanciata dalla radio locale Radio Lachiwana in collaborazione con GlobalProject, denuncia come i compensi a questi «specialisti della repressione» furono pagati con fondi pubblici provenienti dalla Banca centrale di Bolivia (Bcb). E’ quanto dichiarato la settimana scorsa dall’ex direttore amministrativo del ministero di governo, Filiberto Ugalde (stretto collaboratore dell’allora ministro Kukoc) al magistrato Milton Mendoza, che sta indagando sulla sospetta uscita di 13 milioni di bolivianos (circa 1 milione di euro) dalle casse della banca proprio durante i giorni dell’ottobre nero boliviano, dal 12 al 14 ottobre 2003.
Secondo Mendoza l’importanza della dichiarazione di Ugalde (imputato e per ora «gola profonda» degli inquirenti boliviani) sta nella messa in luce di un dettaglio tutt’altro che secondario: i membri dell’intelligence israeliana entrarono nel paese già nel settembre del 2003, e vi rimasero più di un mese allo scopo di preparare l’esercito e le forze di polizia a una guerriglia urbana evidentemente già messa in preventivo. Non si trattò quindi di incidenti di piazza, ma di una strage preparata e costruita scientemente.
La situazione nel paese di fatto si era fatta sempre più tesa da quando a Warisata, a pochi chilometri da La Paz, l’esercito aveva forzato un blocco di associazioni civili che protestavano contro la privatizzazione degli idrocarburi annunciata dal presidente Sanchez de Lozada, provocando cinque morti. La privatizzazione, indirizzata prevalentemente all’esportazione del carburante a prezzi irrisori rispetto a quelli di mercato (circa il 30% in meno) trovò la ferma opposizione dei movimenti civili che si battevano contro la svendita delle risorse nazionali, come la Coordenadora del agua de Cochabamba, protagonista della precedente rivolta del febbraio 2003. Nelle giornate di ottobre la tensione sfociò in una rivolta che coinvolse tutto il popolo boliviano e che, nonostante le istruzioni di impronta ed esperienza israeliana, riuscì a rovesciare il governo di Lozada costringendolo alla fuga negli Stati uniti (dove è tutt’ora, in inutile attesa di essere estradato).
Non è la prima volta che viene alla luce il coinvolgimento dell’intelligence israeliana in episodi di repressione in Sudamerica. Come spiegano a Global, qualcosa di simile avvenne in Colombia dove nell’89 la prima struttura paramilitare agli ordini dei narcotrafficanti del cartello di Cali era addestrato da Yair Klein , lo stesso istruttore militare israeliano coinvolto nelle stragi di Sabra e Chatila nel Libano dell’82.