Strada difende Bashir: «Una manovra politica contro gli africani»

NAIROBI — Gino Strada, il fondatore e animatore di Emergency che a Khartoum ha realizzato un ospedale cardiologico modello (unico nel Continente se si esclude il Sudafrica) non ha dubbi: «Il mandato di cattura emesso dal tribunale internazionale contro il presidente Omar al Bashir è grottesco. Come fa un istituto come la Corte che non è riconosciuto dal Sudan ad emettere un provvedimento contro un cittadino sudanese e per di più presidente?». «E’ vero che è stato il Consiglio di Sicurezza ad affidare alla Corte Penale Internazionale il compito di indagare sulle violenze in Darfur, ma non riesco a comprendere come il massimo organismo dell’Onu possa investire di un compito così delicato un istituto che non è riconosciuto da tutti i Paesi — continua Gino Strada —. La credibilità del Tribunale de l’Aja è così minata per sempre. Inoltre sembra ci sia un accanimento sugli africani. Perché nessuno indaga George W. Bush, per le violenze in Iraq, o Ehud Olmert, per i massacri dei civili a Gaza, o Vladimir Putin, per i crimini di guerra commessi in Cecenia? Non andrebbero quanto meno investigati per le atrocità commesse dalle loro truppe? La corte sembra essere manovrata, indirizzata verso coloro che non sono ortodossi. Insomma sembra quasi che le sue decisioni siano prese in base a un’agenda politica e con profondi pregiudizi».

Il Sudan ha espulso 13 organizzazioni non governative accusate di aver collaborato con gli investigatori del tribunale. Nessuna di esse è italiana. Per altro il nostro governo ha evitato di assumere una precisa posizione a riguardo del mandato di cattura per crimini di guerra e contro l’umanità e questo ha garantito sia al business italiano in Sudan (che è parecchio) che alle organizzazioni non governative, di continuare a operare senza problemi. Emergency sta per aprire un ospedale a Nyala, capoluogo del Darfur Meridionale. «Un centro pediatrico nel quale ovviamente non cureremo solo le malattie, ma daremo anche assistenza nutrizionale. Le cose, come si può immaginare sono strettamente collegate», spiega Strada. I lavori per la costruzione cominceranno tra un mese e tra sei mesi l’unità sarà operativa e funzionante. I medici arriveranno da un centro analogo inaugurato recentemente a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana.

Il Centro Cardiologico «gioiello» di Emergency a Khartoum farebbe invidia a parecchi ospedali italiani. I pazienti sono arrivati da 15 Paesi diversi, non solo africani anche mediorientali. «Sono venuti ragazzini anche dal Ciad, un Paese in guerra con il Sudan che ha concorso per le spese. Le cure da noi sono gratuite. Facciamo almeno 4 operazioni a cuore aperto al giorno». La crisi economica ha colpito anche Emergency, organizzazione che si vanta di non avere finanziamenti pubblici per evitare condizionamenti di alcun tipo: «L’indipendenza si paga — sostiene Strada — e siccome i soldi in tasca scarseggiano, abbiamo una contrazione degli introiti. Speriamo però che il flusso ricominci a breve».