Stati Generali della sinistra: il catalogo sociale è questo

Il pd sarà al fianco delle imprese che sono il motore del paese>> disse Veltroni appena eletto segretario: l’aut-aut di Dini a Prodi sul pacchetto welfare lo ha confermato. La Confindustria conta più del 20 ottobre e cancella il programma dell’Unione (lotta alla precarietà e centralità del contratto di lavoro a tempo indeterminato). Per essere efficace la Sinistra deve assumere l’orizzonte del  lavoro  esprimendo una più avanzata cultura politica: 1) alla necessaria azione per la redistribuzione della ricchezza deve aggiungersi una capacità di intervento nelle fasi di produzione delle risorse;  2) alla politica alta senza soluzioni operative deve affiancarsi un’adeguata attenzione per il come, ovvero per il governo dei processi; 3) alla vertenzialità, alla prassi emendativa della politica dei moderati deve unirsi una generale proposta di sviluppo qualificato attraverso una nuova programmazione. Negli ultimi venti anni i lavoratori sono stati indeboliti nel potere d’acquisto dei salari e nelle tutele contrattuali dall’abolizione della scala mobile, dagli accordi di politica dei redditi del luglio ’93 con l’introduzione dell’inflazione programmata, dal pacchetto Treu e dalla legge 30. Per combattere la precarietà, per creare lavoro stabile e di qualità l’abrogazione di tali provvedimenti è necessaria ma non sufficiente. Dal 1970 il capitalismo italiano ha dato risposte arretrate alle lotte sociali e ai processi internazionali ridimensionando le grandi imprese private e settori importanti come elettronica, chimica, aeronautica civile e siderurgia. È necessaria una programmazione seria della politica industriale nazionale e una riqualificazione del sistema produttivo per ricollocare l’Italia nel segmento di alta innovazione della divisione internazionale del lavoro. Il governo Prodi con questa finanziaria ha adottato misure (riduzione di Ires e Irap, credito d’imposta per la ricerca e per l’occupazione, zone urbane franche) che dirottano ulteriori risorse per la “conservazione” di un sistema obsoleto. La Sinistra, in una nuova ipotesi di sviluppo a lungo termine, deve affrontare il cruciale problema del modello di specializzazione produttivo italiano e del suo ruolo internazionale, a partire dal Mediterraneo; deve elaborare una nuova proposta sul sistema produttivo nazionale, integrata a nuove politiche sociali e territoriali e inserita in una nuova politica europea di sviluppo. Il quadro globale di riferimento deve rispondere a tre esigenze: a) generazione di innovazione; b) anticipazione della domanda; c) riduzione del disavanzo della bilancia tecnologica, massimo fattore del disavanzo della bilancia commerciale; queste esigenze devono essere ancorate ad una rigorosa ricognizione delle domande sociali insoddisfatte dalla attuale disponibilità di prodotti e servizi offerti dalle imprese italiane. Il governo e le regioni dovrebbero individuare le filiere strategiche, i corrispondenti settori della ricerca e i bacini di produzione (Nord Italia, Centro Italia e Sud Italia). Coerentemente occorrerebbe: 1) mobilitare i centri e le capacità progettuali della ricerca pubblica come riferimenti di una nuova collaborazione con il sistema privato, mantenendo la proprietà pubblica degli eventuali brevetti come necessario strumento di valorizzazione sociale dei ritrovati; 2) sostenere le filiere  produttive in funzione delle aree di ricerca selezionate opportunamente; 3) riprogettare  il sistema delle reti e della mobilità in funzione delle filiere produttive; 4) promuovere la riqualificazione delle città per tutelare il diritto all’abitare, creare spazi di socialità, risanare l’ambiente urbano; 5) reinterpretare l’indiscriminata urbanizzazione del territorio (la cosiddetta “città diffusa”) in sistemi policentrici, facendone i cardini dei bacini produttivi. La Sinistra può incidere elaborando una proposta sui 100 miliardi per il Sud ( 14 al Ministero dell’Università, più di 30 a Puglia, Calabria e Campania). L’8 e 9 dicembre sono convocati gli Stati Generali della Sinistra. Proponiamo che: 1) uno dei workshops discuta la programmazione delle politiche industriali rispetto al quadro di struttura assunto e, quindi, la sua attuazione indicando gli interventi prioritari; 2) si costituisca una commissione della Sinistra con il compito di articolare un progetto politico-economico complessivo, approfondendo lo studio di alcuni macrotemi che vi sono implicati: politica economico-ambientale delle risorse idriche ed energetiche; governo del territorio; politica della casa, welfare e inclusione sociale; innovazione-ricerca come governo della politica industriale e qualificazione dei distretti; 3) entro maggio, in tempo utile per trasporli nei Dpef (nazionale e regionali), la commissione individui gli obiettivi imprescindibili per la Sinistra; 4) le proposte elaborate divengano uno strumento di contrattazione nel Governo e nelle regioni. Il popolo del 20 ottobre merita una risposta efficace: la Sinistra se ne assuma la responsabilità.

Angela Barbanente, Marco Barbieri, Eugenio Baronti, Sergio Brenna, Marco Canesi, Aldo Carra, Andrea Del Monaco, Giuseppe Di Lello, Sergio Ferrari, Corrado Gabriele, Luciano Gallino, Francesco Garibaldo, Francesco Girardi, Paolo Leon, Franco Ottaviano, Tiziano Rinaldini, Roberto Romano, Alessandro Santoro