MOSSA D’ANTICIPO Tommaso Padoa-Schioppa gioca d’anticipo e presenta subito il «Libro verde sulla spesa pubblica». Subito, cioè prima del fatidico appuntamento del 10 Settembre, la concezione che lo spazio» per la sua nquahficazione «esiste, politica e Padoa-Schioppa preferisce attendere i suoi colleghi. Fonti di Palazzo Chigi fanno sapere che la ricerca costituisce una sorta di «bussola» per la spesa pubblica
poste sui tagli di spesa. Chiaro che va anche oltre la manovra.
che il titolare dell economia punta a modificare il dibattito sulla Finanziaria sono chiamati a presentare le loro proteste.
Certamente quel centinaio di cartelle sarà sul tavolo di prodi nel
nanziaria: basta parlare di tasse, a’iOmO in CUi i ministri a sono spazi oggettivi». Ma tra il yiumu ni oui i miin&m diie e j, fare c-è dimezzo la politi parliamo di spesa le conclusioni. Primo summit politico sulla ma-
della commissione sulla spesa programmata per oggi.
Ma sulle misure effettive esuli pubblica, curate da Gilberto Muraro, arrivano a propostito. Nel mirino finiscono i pubblici dipendenti e gli ènti locali, l’utilizzo dei magistrati e il sistema degli atenei. Si salva a metà la sanità. In ogni caso si spende troppo e male: oltre 70 miliardi per gli interessi sul debito (che va ridotto complessiva della manovra e
ancora nebbia fitta. Per la prima volta la Ragioneria ancora non fa simulazioni o computi su ipotesi di tagli. Ed è assai improbabile che il 10 i ministri possano portare poco più di una lista della spesa. Intanto si infiamma il dibattito su spesa sociale e tasse.
Nella prefazione alla ncerca Par gli investimenti. Nonostante fitta dote di numeri, cifre e ta- doa-Schioppa ricorda che pro-Delie, il dossier non ìndica misu- Pno la cattlva composizione dei-re operative. È lo stesso ministro la spesa genera il nschio di «una ad anticiparlo. La ricerca «awalo- mqualiìvcata protesta fiscale».
Per questo la vera sfida è ottenere maggiore efficienza dalla spesa pubblica. Quindi l’appello ai colleghi di governo: una «vera riqualificazione dei conti – dice il ministro – non può essere compiuta senza la spinta congiunta di una passione politica e di una passione amministrativa». Insomma per «vincere la sfida» serve anche «il concorso di molte volontà». Per Padoa-Schioppa comunque bisogna combinare gli aiuti alla crescita, la progressiva riduzione del carico fiscale eliminando l’evasione e alleggerire il debito. I tecnici concordano con Padoa-Schioppa sulla reale possibilità di manovra. «In tutti i settori ci sono spazi considerevoli – spiega Muraro – per ridurre la spesa a parità di risultato o per migliorare l’efficienza a parità di spesa». Non è dato sapere, però, quanto del glande flusso di spesa annuo si possa davvero eliminare. Il dossier si divide in tre parti. La prima analizza la composizione della spesa pubblica italiana, nel secondo capitolo si presentano alcuni esempi settoriali mentre nell’ultimo si elencano i tentativi del controllo della spesa messi in atto negli ultimi anni. Si parte dalla giustìzia, che offre una performance molto al di sotto di quella degli altri Paesi. Un aspetto importante -secondo i tecnici – riguarda la dimensione degli uffici giudiziari, con l’esistenza di importanti economie di scala non sfruttate. Per il pubblico impiego si rileva come le retribuzioni siano aumentate di più di quelle dei privati. Un effetto perverso, poi, avrebbero i ritardi dei rinnovi: più tempo passa più lo Stato spende. Quanto ai blocchi del turn-over decisi in passato, non hanno funzionato. Uno die motivi è che il blocco riguarda solo il 20% dei pubblici (il resto dipende da Regioni e enti locali) e molti di questo 20% hanno goduto di esenzioni. In più si è creato molto precariato, rendendo impossibile una vera politica del personale. La direzione consigliata ricalca quella già intrapresa con il patto siglato in primavera: diminuire il numero di dipendenti sostituendo solo in parte le uscite. Quanto alla spesa periferica, si propone di modificare il patto di stabilità interno ora tutto centrato sui saldi di bilancio.