Specificità dell’attività dei partiti e delle associazioni della sinistra patriottica in Bielorussia

da Partito Comunista di Grecia – http://inter.kke.gr/IntAct/int-meet/euro-communst2011/belarus-en
Traduzione dall’inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

– – –

Specificità dell’attività dei partiti e delle associazioni della sinistra patriottica in Bielorussia nel contesto del processo di ampliamento dell’Europa

Incontro dei Partiti Comunisti europei
Bruxelles 11-12/04/2011
Contributo del Partito Comunista della Bielorussia

Cari compagni! Cari colleghi!

A nome del Comitato Centrale del Partito Comunista di Bielorussia e di tutte le forze della sinistra patriottica della Bielorussia desidero salutare tutti i partecipanti alla riunione delle forze comuniste e di sinistra d’Europa.

La Repubblica di Bielorussia fa parte geograficamente e storicamente della comunità europea. E’ aperta all’Europa ed è corrispondente ai processi sociali ed economici e alle aspirazioni culturali dell’Europa. La Bielorussia è anche ontologicamente legata allo spazio socio culturale eurasiatico, cosa che ha determinato l’adesione dei bielorussi alle idee e ai valori della sinistra. Sul piano politico queste idee e questi valori sono espressi dai partiti e dalle associazioni della sinistra patriottica, in primis dal Partito Comunista della Bielorussia.

Il nostro Incontro si svolge in un momento storico cruciale. La realtà contemporanea della politica europea e mondiale fa sentire ai cittadini europei l’instabilità e l’imprevedibilità dello sviluppo del mondo, che attraversa uno stato di turbolenza. Il collasso dell’ordine mondiale bipolare non ha portato alcuna stabilità, né sostenibilità, nessuna ottimistica aspettativa verso il futuro. Le norme vigenti, le modalità di sviluppo del mondo e di risolvere i problemi vanno prosciugandosi; la vita comune e gli stereotipi sulla percezione del mondo stanno collassando.

Nuove minacce e sfide richiedono risposte adeguate da parte della comunità politica. Invece, le strutture istituzionali nella forma dello stato, dei partiti, delle élites, utilizzano metodi e strumenti vecchi per risolverle. I leader politici del mondo (e i politici europei non fanno eccezione) sempre più spesso fanno ricorso alla forza per risolvere i problemi più complessi e le contraddizioni, rifiutando il dialogo e il compromesso. Le istituzioni e il diritto internazionali stanno perdendo la loro autorità e influenza sulla politica globale, diventano mezzi utilizzati dal potere per consolidare l’egemonia. La forza del diritto è sempre più spesso sostituita dalla legge della forza. Siamo preoccupati per l’ambizione degli Stati Uniti di usare la forza militare per stabilire un “nuovo ordine mondiale” sulla base del loro sistema di valori e del loro stile di vita. Purtroppo, la comunità politica europea e i circoli politici agiscono nell’ambito di questo quadro.

Il Partito Comunista di Bielorussia nello spazio politico europeo è tra i pochi che sostengono lo sviluppo di una guida politica del paese orientata alla costruzione di uno stato sociale. Questo sostegno si basa sulla coincidenza di compiti strategici e finalità del nostro Partito e la politica perseguita in Bielorussia. Valori come la giustizia sociale, la solidarietà sociale, la democrazia, il lavoro (e non l’attività finanziaria speculativa) costituiscono l’essenza della politica socio economica perseguita dal governo della Bielorussia. Nel Paese esiste un sistema di protezione sociale delle diverse categorie di cittadini: bambini, coppie giovani, famiglie a basso reddito. Il bilancio 2011 del paese assegna più del 60% delle spese ai programmi sociali. Nonostante l’impatto negativo della crisi finanziaria ed economica mondiale nessun programma sociale della Repubblica è stato tagliato. Inoltre nel 2009, l’anno della crisi, la crescita del PIL è stata dello 0,2%. Nel 2010, seguendo tale corso, il PIL è cresciuto del 7,6%. La crescita della produzione industriale nel periodo 2006-2010 è stata dello 145,5%. La disoccupazione è allo 0,7%. Solo nel corso del 2010, ci sono stati tre aumenti di pensioni e provvidenze sociali.

Le idee di democrazia, di uguaglianza e giustizia sociale sono concretizzate e aggiornate nel programma del Partito Comunista della Bielorussia. Una bozza del programma sarà in discussione in seno alla prossima assemblea plenaria del Comitato centrale del Partito Comunista della Bielorussia.

I punti del programma del ?C? derivano da un’analisi scientifica del mondo moderno e delle sue principali tendenze, tenendo conto dei processi reali in corso nella società bielorussa.

La politica della globalizzazione pone accanto alle caratteristiche tradizionali, nuove caratteristiche alla formazione capitalista moderna:

– Un sistema globale di neo-colonizzazione;

– Neo-schiavitù;

– Totalitarismo.

La maggior preoccupazione per le forze della sinistra patriottica in Bielorussia è il rafforzamento delle tendenze totalitarie nella politica mondiale ed europea.

Il totalitarismo (“liberale”, “democratico”, “morbido”) è praticato ed è in fase di transizione in diversi paesi. L’obiettivo fondamentale è quello di plagiare la coscienza pubblica nel quadro dell’ideologia neoliberale. Questo processo mira alla distruzione della tradizione collettivista basata su norme morali e a sostituirla con pseudo ideali “universali”, che assolutizzano diritti e libertà dell’individuo.

I comunisti bielorussi ritengono che le recenti rivoluzioni “colorate” in territorio europeo sono il risultato dall’attuazione del un progetto “mondialista” di unificazione dello spazio politico globale. In questo spazio non c’è posto per gli stati sovrani, le culture nazionali, la diversità politica e culturale, capi di stato carismatici e indipendenti. L’oligarchia mondiale si arroga il diritto di decidere chi sarà il leader politico di questo o quel paese. Vi è un enorme arsenale di strumenti ideologici e mezzi informativi di influenza invasiva della coscienza pubblica con l’obiettivo di manipolazione politica delle masse.

E’ consentito alle istituzioni europee e ai leader politici di avere una posizione e un’opinione personale solo se coincidono con lo standard “democratico” precostituito. Applicare tale standard al proprio paese è compito di politici lautamente pagati e di tecnici della politica finanziati da varie borse di studio e fondazioni estere, come quei giornalisti e una parte delle élites culturali che professano valori liberali. Essi sono inquadrati in organizzazioni non governative, associazioni, centri, ecc. Sono definiti quali “strutture” della società civile, ma comunemente indicati come “la quinta colonna”. A dispetto delle roboanti parole di democrazia, diritti umani, libertà e pluralismo, abbiamo a che fare con l’ambizione dell’oligarchia mondiale di stabilire un regime globale totalitario. Diritti e libertà diventano un fine in sé, un mezzo per giustificare un’ingerenza nelle questioni interne di uno Stato sovrano. Il pluralismo delle opinioni è sostituito dalle tecnologie psicologiche e politiche dell’informazione, pubbliche relazioni dei mass media. Un qualsiasi leader nazionale indipendente, che minacci l’attuazione di tale piano, viene deposto.

Nel dicembre 2010 alcune forze politiche degli Stati Uniti e dei paesi europei (primi fra tutti la Polonia e la Germania) hanno tentato di realizzare il progetto di un’altra rivoluzione “colorata” nella Repubblica di Bielorussia, in coincidenza con le elezioni presidenziali. La Bielorussia ha affrontato una inedita guerra di informazione e isteria politica, che ancora continua. Ad oggi la comunità europea nutre l’opinione che solo l’opposizione bielorussa, istituzionalizzata, sia portatrice di valori democratici e rappresentativa della mentalità democratica della società. Molti politici europei ostinatamente rifiutano di accettare che in Bielorussia un segmento rilevante della società sia aderente ai valori democratici, pur non sostenendo l’opposizione e non votandola alle elezioni.

Sulla base di informazioni unilaterali, parziali e distorte il Parlamento europeo e il Consiglio dell’UE hanno approvato una serie di risoluzioni per imporre sanzioni non solo contro il governo del paese, ma anche contro coloro che avevano in un modo o nell’altro “offeso” l’opposizione bielorussa. Dobbiamo sottolineare che al primo e al secondo segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista della Bielorussia è stato anche vietato l’ingresso nell’UE. A nostro avviso la decisione di vietare a 12 giornalisti bielorussi di entrare nell’Unione europea viola i principi di base della democrazia ed è una manifestazione di intolleranza del dissenso.

Un’ampiezza e un cinismo stupefacenti caratterizzano la campagna anti-bielorussa iniziata in Polonia. I circoli dominanti della Polonia non solo hanno sostenuto che il governo bielorusso punisce “innocenti combattenti per la libertà” ma anche che opprime spietatamente minoranze nazionali. A tal fine è stata convocata a Varsavia nel febbraio 2011 una conferenza dei donatori in “Solidarietà con la Bielorussia”. I suoi partecipanti, contrariamente alle norme del diritto internazionale, hanno assegnato 87.000.000 € per sostenere “le strutture della società civile” in Bielorussia che intendono supportare esclusivamente l’opposizione filo-occidentale. Si noti che i politici europei avrebbero potuto usare questi mezzi finanziari per risolvere i problemi sociali nei loro paesi, invece di pascere i leader dell’opposizione bielorussa, del tutto inattivi per decenni. Tale atteggiamento dei circoli dominanti polacchi si ascrive in pieno nella dottrina di creazione della “Grande Polonia”, che non esclude l’acquisizione di territori ad Est. All’interno di questa logica poggia l’attuazione della legislazione sulla “Pole’s Card” [Carta polacca, documento concesso a persone che non hanno la cittadinanza polacca o il permesso di soggiorno in Polonia e sono cittadini degli stati dell’ex URSS, ndt], approvata dal Seim [Parlamento] polacco. In questa situazione il Parlamento bielorusso ha dovuto rivolgersi alla Corte Costituzionale della Repubblica di Bielorussia contestando la conformità di questa legislazione alle norme del diritto internazionale.

I rappresentanti delle forze politiche di sinistra della Bielorussia sono convinti che il 19 dicembre 2010 il popolo bielorusso ha fatto una scelta responsabile eleggendo alla Presidenza del paese A.G. Lukashenko. L’espressione di volontà dei cittadini bielorussi è stata libera, informata e democratica. E’ stata confermata da numerosi osservatori locali e stranieri. Il Partito Comunista della Bielorussia e le altre forze di sinistra hanno sostenuto A.G. Lukashenko alle elezioni. I nostri rappresentanti erano membri delle commissioni elettorali, dei gruppi di supporto al presidente in carica, come osservatori ai seggi. Per esempio 760 comunisti erano nei gruppi di iniziativa di raccolta firme, 1.020, nelle commissioni elettorali territoriali e 1.360 osservatori alle elezioni. La vittoria di Lukashenko alle elezioni era ovvia e prevedibile per molti analisti, scienziati, politici. Questa fiducia discende dall’analisi della realtà politica, dai programmi elettorali e dalle qualità personali dei candidati alla presidenza, nonché dalla politica sociale ed economica perseguita dal governo e il grado di approvazione del Presidente da parte della popolazione.

La campagna elettorale dei candidati dell’opposizione alla presidenza è scesa agli insulti personali al Presidente in carica, accuse di futuri brogli elettorali e appelli a scendere in piazza in protesta a elezioni terminate. I loro osservatori presso i seggi hanno organizzato provocazioni per disturbare il voto. Molti concordano sul fatto che in politica non accadono miracoli: alcuni mesi di campagna elettorale non sono sufficienti a vincere se non si ha un forte carisma, anche se la campagna viene finanziata con decine di milioni di dollari e risorse informative di sponsor stranieri. Ecco perché i risultati delle elezioni erano prevedibili: il 79,67% dei cittadini bielorussi ha votato per Lukashenko.

Il popolo bielorusso ha sostenuto il corso politico, sociale ed economico di sviluppo del paese suggerito dal capo dello Stato. Purtroppo non tutti i candidati hanno accolto il loro fallimento con dignità. Hanno portato circa 7mila sostenitori in una piazza nel centro della capitale e provato l’assalto al Palazzo del Governo. Hanno proclamato la formazione del cosiddetto “governo di fiducia popolare”. Questi eventi hanno avuto luogo quando le commissioni elettorali erano ancora impegnate nello spoglio dei voti e i risultati preliminari delle elezioni non erano noti. Questo non era di alcuna importanza per l’opposizione, soddisfaceva lo scenario politico descritto all’estero. In questa situazione le autorità erano per evitare spargimenti di sangue e la destabilizzazione della situazione nel paese. In 7 minuti gli ufficiali di polizia hanno disperso i convenuti all’incontro di massa, arrestato gli organizzatori e partecipanti attivi alle violenze tra cui degli ex “democratici” candidati alla presidenza.

I bielorussi hanno visto il vero volto dell’opposizione nell’atto di usare i soldi dei suoi sponsor stranieri, pronta a gettare il paese nel baratro della violenza solo per soddisfare l’ambizione di potere a tutti i costi. I comunisti bielorussi hanno categoricamente condannato le azioni dei politici irresponsabili che uscendo dal terreno della legalità, commettono reati. Purtroppo, la missione dell’OSCE ha nuovamente proclamato che le elezioni non rispettavano gli standard internazionali. Noi riteniamo che vi sia stata una cinica sostituzione del processo elettorale con gli eventi correlati. Dopo aver ottenuto il sostegno finanziario e politico degli Stati Uniti e delle strutture europee, l’opposizione bielorussa ha deliberatamente commesso azioni illegali per poter assumere il ruolo di “vittima del regime”.

I cittadini della Bielorussia sono sconcertati dalla richiesta del Parlamento europeo e del Consiglio UE e alcuni politici di liberare gli ex candidati alla presidenza dell’opposizione arrestati. La società percepisce tale richiesta come una mancanza di rispetto alla legge e come esplicita pressione sul sistema giudiziario della Bielorussia. I Comunisti bielorussi e tutte le forze patriottiche del paese ritengono che la lotta politica non debba confondersi con le azioni per impossessarsi delle istituzioni pubbliche con la forza. La legge è una per tutti e nessuno può muoversi al di fuori del terreno legale, sia un rappresentante dell’opposizione sia un cittadino comune. Questo è un assioma per uno Stato democratico legittimo.

Nella situazione attuale, chiediamo ai delegati dei partiti Comunisti e della sinistra d’Europa di esprimere solidarietà e protestare contro l’intenzione delle istituzioni politiche europee di imporre sanzioni economiche contro la Repubblica di Bielorussia.

Il Partito Comunista di Bielorussia ritiene che per contrastare efficacemente l’influenza dell’oligarchia globale sui cuori e le menti di milioni di persone comuni, i comunisti e tutte le forze di sinistra d’Europa dovrebbero unire i loro sforzi per adempiere a quei compiti per determinare il futuro e le prospettive di sviluppo del genere umano. Tali compiti a giudizio dei comunisti bielorussi, sono:

– Lottare per un ordine mondiale socialmente giusto in cui il valore principale sia l’uomo e non il denaro e la ricchezza, il lavoro come essenza dell’attività umana e importante dimensione morale della personalità e non quale attività speculativa e di mediazione;

– Lottare per preservare un ambiente favorevole, un atteggiamento sostenibile verso le risorse del pianeta e un loro uso efficace nell’interesse di tutta l’umanità;

– Lottare per la pace, contro i tentativi delle superpotenze e delle società transnazionali di conservare e moltiplicare le loro ricchezze al prezzo dello sterminio e della sofferenza di interi popoli e nazioni del pianeta;

– Resistere alla politica della globalizzazione che porta non solo alla liquidazione dei confini nazionali e della sovranità nazionale ma dell’identità nazionale, delle tradizioni e delle culture di intere nazioni sotto l’influenza dell’ideologia neoliberale e dei valori della cultura di massa e degli apologeti del consumismo sfrenato.

Queste proposte non esauriscono l’insieme variegato di compiti, mezzi, forme e metodi di attività per i comunisti e le forze di sinistra d’Europa volte a costruire un ordine mondiale giusto, dominato da idee di uguaglianza, vero umanesimo e buona volontà. Permettetemi di esprimere la mia fiducia che l’unità dei nostri pensieri e delle nostre azioni ci consentano di avere successo nella lotta per la pace, la democrazia, il progresso e il socialismo, contro i dettami dell’imperialismo mondiale.

Valentina Leonenko, membro della Camera dei Rappresentanti dell’Assemblea Nazionale della Repubblica di Bielorussia, Segretaria del Comitato Centrale del Partito Comunista di Bielorussia