«Spara tutto». Battaglia a Nassiriya in un video

Visti in un filmato i militari italiani che combattono a Nassiriya fanno impressione. Gridano insulti a quei «bastardi» dei ribelli iracheni, si lanciano incitamenti ad «annichilirli». E nel sottofondo è un continuo crepitare di mitragliatrici. Tutto questo si vede in un film ripreso probabilmente da un carabiniere e trasmesso ieri da RaiNews24. È il volto feroce della guerra. Di una battaglia combattuta dagli italiani con rabbia e tensione. Il video viene presentato come la registrazione della terza battaglia dei ponti che risale all’ inizio di agosto del 2004. Ma, secondo un generale, è probabile che ci sia un errore. Si vedono in azione i bersaglieri e compaiono spesso le tute scure dei carabinieri. Questo farebbe pensare che in realtà le riprese si riferiscano alla prima battaglia dei ponti, quella che si svolse nell’ aprile del 2004. La più tragica che provocò la morte di numerosi ribelli seguaci dell’ imam Moqtada al Sadr. Ad ogni modo, si sente una voce concitata che annuncia: «Ne abbiamo fatti fuori due». Un altro militare indica al di là dei ponti «un nemico ferito». E dice a un collega: «Guarda come si muove ‘ sto bastardo». Poi lo sollecita a finirlo: «Annichiliscilo». Partono raffiche. Qualcuno parla con disprezzo della disorganizzazione con cui si muovono i terroristi che cercano invano di conquistare i ponti. «Sono una banda di c.». A un certo punto una mitragliatrice Browning si inceppa. Qualcuno bestemmia. Poi l’ arma riprende a crepitare. «Non sprecare munizioni», consiglia un militare. Un altro invece si preoccupa perché ha perso contatto con l’ esercito. Forse è un carabiniere, non riesce a tenere i contatti con i soldati, non riesce a capire dove siano e teme di potergli sparare addosso. «Che, sono i nostri quelli», chiede. Poi di nuovo viene avvistato qualche rivoltoso iracheno. Non vogliono lasciarlo scappare. «Eccolo è laggiù che fugge. Vai, annichiliscilo». Un’ altra voce grida: «Vai, preso, preso». Se il filmato si riferisce alla prima battaglia dei ponti, quella di aprile, la comandò il colonnello dei bersaglieri Luigi Scollo, il quale raccontò al nostro giornale: «Ci siamo avvicinati ai ponti con una colonna di 60 veicoli e 8 blindati. Volevamo dare una dimostrazione di forza sperando di indurre i miliziani a ritirarsi». Se invece, come sostiene RaiNews24, il combattimento è relativo all’ agosto 2004, allora venne condotto agli ordini del generale Corrado Dalzini, il quale spiegò al Corriere della Sera: «La nostra risposta è mirata, come prescrivono le regole d’ ingaggio. Reagiamo in modo adeguato e proporzionato a ogni tipo di minaccia che ci viene portata». In quell’ occasione a che cosa avevano risposto? I guerriglieri avevano lanciato contro i militari un’ automobile imbottita di esplosivo. Proprio nel punto in cui un paio di mesi prima un colpo di mortaio aveva ucciso il giovane lagunare Matteo Vanzan. I militari si salvarono perché riuscirono a colpire il mezzo prima che gli piombasse addosso. L’ auto è esplosa con una deflagrazione spaventosa. Per tutta la notte il martellamento dei mortai su base Libeccio non si placò. Alle 4 e 30 gli aggressori cercarono di sfondare con l’ auto piena di esplosivo. I nostri la videro avanzare veloce sul terzo ponte, quello denominato Charlie. Gridarono e lanciarono segnali luminosi per bloccarla. L’ auto invece si avvicinava rapidamente. I militari aprirono il fuoco. Il mezzo esplose a metà del ponte scagliando in aria pezzi di lamiera infuocata. Ora, dopo aver visto l’ impressionante filmato, il diessino Marco Minniti chiede spiegazioni al governo. Marco Nese VOCI DI GUERRA È ANCORA VIVO QUELLO? Ecco Luca, ne ha appena fatti fuori due (…) Che botti, eh? Che spettacolo (…) È ancora vivo quello? Deve essere ferito di brutto. Quanto è bellino quello. Guarda come si muove ‘ sto bastardo. Luca, annichiliscilo (…) Primo, ‘ sta banda di c. non sa cosa significhi colpo singolo; secondo ci sono gli italiani là sotto. Raga’ ditemi qual è la casa. Rischiamo di tirarci addosso l’ uno con l’ altro (…) Tira due botti per vedere se si toglie l’ inceppamento. Va bene, funziona, funziona HA AMMAZZATO IL CECCHINO Là c’ è uno che corre: annichiliscilo. Sulla destra, sotto il palo, quel casottino. Ma non sprecate munizioni (…) Sono i nostri che stanno sparando, sono al gabbiotto. I bersaglieri sono lì, anche Enzo. Uno è entrato nel casottino. È tutta gente armata. Vai, preso, preso. Due sono scesi dalla macchina, stanno scappando. Tre armati nel casottino. Non sprecate munizioni (…) Ci stiamo divertendo: annichilation (…) Luca non paga più da bere, l’ ha seccato. Vai Luca, annichilito. Ha ammazzato il cecchino: bravo Luca (…) SENTI COME FISCHIANO Vedi il tipo con l’ Rpg? Sotto i sacchetti di sabbia? Mo’ parte il missile. Non tirare nel vuoto, guarda nel mirino. Preso: perfetto! Visto i colpi come passano bassini? Sono preoccupato per i carri, sono dall’ altra parte. C’ è movimento là sotto, lì, lì (…) Quei mezzi sul ponte… Sono morti, tra un po’ arrivano gli Rpg… Dobbiamo andare lì sul ponte e sparare tutto quello che abbiamo… senti come fischiano (…) Oggi, quando mio padre e mia madre leggono il giornale gli viene un collasso: battaglia a Nassiriya Antica Babilonia MISSIONE Sono circa 3.000 i militari italiani delle tre Armi di stanza, dal giugno 2003, nella provincia meridionale di Dhi Qar, in Iraq BASE Dalla base di Nassiriya, dove si trova il quartier generale, i militari italiani sovrintendono alla sicurezza della regione e si occupano di addestrare le forze di sicurezza irachene SCONTRI Nel 2004 i nostri soldati si scontrarono con i guerriglieri sciiti che misero sotto assedio la sede della Cpa, l’ amministrazione civile di Nassiriya RITIRO Iniziato a settembre scorso, il ritiro del contingente italiano da Nassiriya dovrebbe concludersi entro il 2006