«Gli americani non fermano i lavori? Ci mando la Forestale, a
controllare se hanno le licenze per costruire». Renato Soru entra a
gamba tesa sul sottosegretario alla Difesa Salvatore Cicu, e sulla sua
teoria dell’abbandono graduale della base da parte del governo Usa, dopo l’incontro dello stesso Cicu con il segretario dalla Difesa Donald
Rumsfeld. «Devono chiudere il cantiere immediatamente – incalza Soru –
anche perché mi risulta che questi non siano autorizzati».
Americani abusivi? La notizia avrebbe del clamoroso, ma le “indagini”
svolte fino a oggi dalla Regione hanno portato a un solo risultato: non
esiste traccia di alcuna autorizzazione per quei 52mila metri cubi che
l’amministrazione americana intendeva realizzare a Santo Stefano, come
supporto alla presenza dei propri militari impiegati nella base per i
sommergibili a propulsione nucleare.
Alla Forestale, dunque, il compito di verificare subito – su incarico
di Renato Soru – se queste benedette autorizzazioni esistono. Ma la
Regione non ha intenzione di fermarsi a questo controllo. Tira aria di
esposto alla Procura di Tempio. Ne dà conferma il direttore generale
della Presidenza Fulvio Dettori. «Sto lavorando da alcuni giorni alla
ricerca di un parere positivo su quelle costruzioni. Mi sono rivolto
all’Ufficio Tutela del Paesaggio e mi è giunta la risposta: negativo.
Dalla Soprintendenza dei Beni Ambientali di Sassari invece non ho avuto
ancora nessuna risposta: ora aspetto l’esito della richiesta di accesso
agli atti. La comunicazione alla Procura tempiese – prosegue l’alto
funzionario della Regione – partirebbe nel momento in cui ci fosse il
riscontro ufficiale della mancanza di qualsiasi autorizzazione
amministrativa. Credo sia mio preciso dovere investire del caso la
magistratura».
La Regione pare si stia muovendo in questa direzione dopo aver appreso
il contenuto di una sentenza del Consiglio di Stato che avrebbe bloccato
i lavori di costruzione di una caserma della Guardia di Finanza nel
territorio che fa capo al parco della Maiella. Secondo quella sentenza,
non esisterebbe alcuna deroga alla norma generale che impone l’emissione
di una licenza anche per immobili da destinare ai comandi militari.
Il braccio di ferro Soru-Cicu, a questo punto, fa venire allo scoperto
una palese contraddizione tra quanto sostenuto a suo tempo dal ministro
della Difesa Antonio Martino, il quale, fin dall’annuncio della partenza
degli americani dall’arcipelago maddalenino, aveva confermato
l’immediato stop ai lavori sull’isola di Santo Stefano, e quello che
invece oggi auspica il sottosegretario Salvatore Cicu. Il quale ha
parlato di «trasferimento graduale e comunque contestuale ai
provvedimenti amministrativi che la Regione deve realizzare per
concretizzare un piano di sviluppo economico alternativo all’isola.
L’indotto dell’Us Navy sulla Maddalena si attesta sui 55 milioni di euro
e bisogna salvaguardare i livelli occupazionali».
«Il sottosegretario Cicu – chiosa Renato Soru – pensa ai 180 dipendenti
civili, quando alla Maddalena i disoccupati sono oltre duemila. La
verità è che quella è un’economia povera, che oggi ha un’enorme
opportunità di crescita e di sviluppo».