«Non abbiamo ancora visto i testi del governo, ci basiamo sulle notizie di stampa e sulle anticipazioni, ma il metodo scelto dal governo è già preoccupante». Paolo Nerozzi, segretario confederale della Cgil, mette subito in chiaro la situazione di stallo e di possibile tensione. Le misure annunciate non vanno nella direzione giusta, mentre si può registrare qualche fatto positivo.
Quali sono i fatti positivi?
Dall’incontro di giovedì con i tre segretari generali di Cgil, Cisl, Uil, si è ottenuto per esempio il cambio del dato sull’inflazione programmatica che passa al 2%. Ed è positivo anche il fatto che nell’intervento sul cuneo fiscale non ci siano le parti relative alla previdenza che inizialmente erano invece state previste. Ma se queste sono cose positive, tutto il resto ci preoccupa.
Quali sono dunque i maggiori elementi di preoccupazione?
La nostra preoccupazione più grande riguarda i tagli. Non sappiamo dire ancora dove e come verranno effettuati, ma ci saranno. Si parla per esempio di un calo dello 0,2% per le spese sanitarie. E questo è molto preoccupante perché è vero che la spesa sanitaria va razionalizzata, ma è anche vero che non è affatto alta. Ridurla è un problema. Come è un problema l’intervento sul pubblico impiego. Oltre ai tanti luoghi comuni sbagliati che in genere si utilizzano, non vorrei che questo governo imbocchi la strada delle privatizzazioni che – come abbiamo visto dalle esperienze effettuate – hanno determinato finora solo il peggioramento dei servizi e l’aumento dei costi, l’esatto contrario di quello che si voleva ottenere. I tagli, poi, sono ancora una volta superiori alle entrate e si rischia la politica dei due tempi che il governo aveva detto di voler escludere.
Un Dpef contro il programma?
Mi sembra molto discutibile il fatto che si invitano i cittadini a votare per un programma elettorale e poi si fanno altre cose. La stessa cosa rischia di accadere sui temi del referendum costituzionale. Non si può chiedere ai cittadini un mandato al buio.
Volendo fare gli avvocati del diavolo, bisogna anche dire che i conti pubblici sono stati trovati in uno stato peggiore di qualsiasi previsione…
È vero che i conti pubblici sono in una situazione molto peggiore di tutte le previsioni che erano state fatte. Ma allora Almunia in questi cinque anni che cosa ha fatto? Evidentemente bisogna fare chiarezza anche su questi elementi perché è chiaro che tutte le scelte disastrose del centro destra sono state coperte. E poi comunque non si può ripartire sempre dai soliti noti. E la battaglia alle rendite dove la mettiamo?
La Cisl annuncia già lo sciopero. La Cgil che farà?
Faremo tutto con Cisl e Uil. Nessuno pensi di dividerci. Io credo all’unità sindacale e penso che in questo momento sia un fatto fondamentale e da difendere da qualsiasi attacco. Decideremo dunque insieme, al momento giusto, le iniziative che riterremo opportune.