Sondaggio-choc in America «Sì, la tortura è giustificata»

La maggior parte degli americani oggi sono convinti che la tortura sia un metodo accettabile e giustificato, se serve a far parlare i terroristi. E’ lo sconcertante risultato di un sondaggio condotto dall’istituto «Pew Research» su un campione rappresentativo di 2.500 persone.
A un anno e mezzo dallo scandalo delle torture nel carcere iracheno di Abu Ghraib e a due mesi dalla condanna di Lyndy England, la giovanissima seviziatrice immortalata dalla famigerata «foto con iracheno al guinzaglio», l’America accetta come un male necessario ciò che le Convenzioni Internazionali da anni hanno bandito per legge.
Il ricorso alla tortura contro i sospetti terroristi viene giustificato dal 46% degli americani: il 15% la ritiene «spesso necessaria» e il 31% la ammette «solo in alcune circostanze». Un altro 17% degli americani ritiene che torturare un essere umano sia «raramente giustificabile» e solo il 32% la respinge «assolutamente e in ogni circostanza».
Ma a ricordare all’America la sua antica vocazione di paladina dei diritti umani ci ha pensato l’ammiraglio Stansfield Turner, capo della Cia durante l’Amministrazione democratica di Jimmy Carter, dal 1977 al 1981. «George Bush non dice la verità quando afferma che la tortura è un metodo rigettato dall’America», ha tuonato Turner in un’intervista al tg inglese della Itv , dove ha attaccato soprattutto il vicepresidente Dick Cheney, che nei giorni scorsi aveva chiesto al Congresso di continuare a lasciare carta bianca alla Cia negli interrogatori. «Mi vergogno che gli Stati Uniti abbiano un vice presidente a favore della tortura» ha detto Turner, «è riprovevole».
E a riportare in prima pagina lo scottante tema degli abusi è anche l’Onu, decisa ad aprire un’inchiesta internazionale sulle torture in Iraq. «Le nuove denunce di torture inflitte a detenuti iracheni nel bunker segreto del ministero dell’Interno a Bagdad impongono l’apertura immediata di un’inchiesta internazionale» ha detto l’Alto commissario per i diritti umani dell’Onu, Louise Arbour.
La nuova crociata del Palazzo di Vetro arriva proprio mentre l’ONU ha dovuto rinunciare a un’ispezione del carcere di Guantanamo, prevista per il 6 dicembre, dopo che le autorità americane hanno negato agli inviati di Kofi Annan il permesso di incontrare liberamente e senza censure i detenuti. «È un precedente disastroso» ha commentato il capo della missione d’ispezione, il relatore speciale dell’Onu sulla tortura Manfred Nowak.
Per arginare l’ondata di critiche, l’Amministrazione ha annunciato che una commissione d’investigatori dell’Fbi e del Dipartimento di Giustizia è già partita alla volta di Bagdad.