La delegittimazione sostenuta anche da «Repubblica»
Siamo all’affondo finale. Il capo della Polizia, Gianni De Gennaro, sta portando l’attacco diretto al capo del Sismi, Nicolò Pollari, e alla squadra dei cosiddetti «calipariani». Il pretesto questa volta è dato da un’iniziativa, promossa in particolare dalla signora Rosa Calipari, vedova dell’agente dei servizi assassinato in Iraq dall’esercito americano mentre riportava in Italia Giuliana Sgrena liberata, di pubblicare con l’Unità di oggi un libro con alcuni interventi degli amici di Nicola Calipari, in gran parte effettuati in occasione delle commemorazioni a ricordo del suo esemplare impegno, in cui emergono ovviamente le gravi responsabilità americane nella sua morte, affatto accidentale.
E’ paradossale, ma la «vicinanza» mostrata dalla sinistra e dalle opposizioni all’operato del Sismi viene ora utilizzata per screditarne il suo capo che, fino a prova contraria, risponde con i suoi uomini alle direttive del governo Berlusconi… E’ ancor più paradossale che lo strumento pubblico di questa delegittimazione sia ancora una volta il quotidiano «la Repubblica», diventato con alcuni suoi articolisti il portavoce ufficiale del «partito americano», capeggiato dall’ambizioso responsabile della pubblica sicurezza in Italia.
Sono facile profeta a pensare che potremo leggerne di nuove al riguardo sul giornale di De Benedetti nei prossimi giorni. Questa vera e propria aggressione è fatta senza esclusione di colpi: nomi di agenti fatti pubblicare sulla stampa per bruciarli, depistaggi e insinuazioni relative a trattative più che legittime per riportare a casa gli ostaggi italiani in Iraq, persino – ed è azione concreta di queste settimane – un tentativo di mettere un proprio uomo nel Sismi in funzione di disarticolazione del servizio. E poco importa se ciò mette a repentaglio uno degli strumenti di contrasto rispetto a possibili attentati nel nostro paese. L’obiettivo è uno, come per altro la destra più forcaiola alla Carlo Taormina (ma non solo) chiede da tempo: creare col pretesto del terrorismo una super polizia che sposi in toto la dottrina Bush della guerra preventiva con a capo chi condivide quell’impostazione da Patriot Act, che la cultura giuridica non riesce a digerire. Quella, per capirsi, della licenza di uccidere o comunque di fare strame di diritti nei confronti di un semplice «sospetto». L’occasione, già studiata a tavolino, sarà un possibile attentato nel nostro paese, da addebitare ovviamente all’inefficienza dei servizi.
Nicola Calipari è stato esplicitamente «abbandonato» dal partito americano. Ora la campagna di discredito dei suoi collaboratori, che non hanno per forza una storia di sinistra solo per servire onestamente le istituzioni formali del loro paese, punta a cancellare questa esperienza. Questo giornale e questo partito, che non sono mai stati teneri nei confronti dei servizi segreti, vogliono affermare con decisione da che parte stanno senza infingimenti. La verità sull’assassinio di Calipari è necessaria anche per sconfiggere questo disegno pericoloso, che di troppi utili idioti si sta servendo. Gianni De Gennaro ha fretta, visti i tempi della politica che domani potrebbero non essergli più così favorevoli come oggi. Ma anche noi siamo determinati.