Siria e Iran ringraziano

Al cauto ottimismo delle diplomazie occidentali per la tregua raggiunta nel conflitto israelo-libanese, Siria e Iran ribattono elogiando la resistenza strategica di Hezbollah e celebrando il fallimento del progetto israeliano-statunitense per un «nuovo Medio-Oriente». «Il mondo non terrà conto degli interessi arabi finché non saremo forti. La resistenza, in tutti i suoi aspetti, è la sola alternativa per riguadagnare i diritti degli arabi, «la pace è un opzione strategica che non comporta abbandonare il principio della resistenza», ha dichiarato il presidente siriano Bashar al-Assad in un discorso all’Associazione dei Giornalisti Arabi.
Le parole di Assad, che ha tra l’altro elogiato la resistenza di Hezbollah all’esercito israeliano, sottolineando come lo stato ebraico dovrà in futuro pensarci due volte prima di perseguire le sue «politiche terroriste» in Medio-Oriente, hanno suscitato una dura reazione del ministro tedesco degli Esteri Frank-Walter Steinmeier, inducendolo perfino a cancellare una visita ufficiale a Damasco, prevista martedì, per sollecitare la collaborazione della Siria nella soluzione della crisi israelo-libanese.
All’apprezzamento siriano della resistenza in Medio-Oriente, hanno fatto eco le dichiarazioni del presidente iraniano, cariche dell’afflato escatologico tipico dei discorsi di Mahmoud Ahmadinejad. «Questa guerra ha dimostrato che tutte le nazioni che si appoggiano su Dio e combattono per i loro diritti escono vittoriose», ha detto Ahmadinejad durante una visita nella città di Ardebil. Denunciando il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per essersi trasformato in uno «strumento nelle mani degli aggressori» e promettendo il sostegno iraniano per la ricostruzione del Libano, Ahmadinejad ha ripetuto la richiesta rivolta a Kofi Annan che gli Stati Uniti e la Gran Bretagna insieme ai leader del «regime sionista», dovrebbero pagare per i danni inflitti alla popolazione libanese e rispondere per crimini di guerra nei suoi confronti.
Nel frattempo la stampa dei paesi arabi reagisce cautamente alla tregua israelo-statunitense, per un verso sottolineando quella che viene ritenuta una vittoria storica strategica di Hezbollah contro Israele, per altro valutando con prudenza la possibilità di mantenere la cessazione delle ostilità e la riuscita della missione internazionale delle Nazioni Unite. Il quotidiano egiziano filo-governativo al-Ahram dubita che la guerra in Libano sia giunta alla fine, «Israele non ha mai rispettato una risoluzione del Consiglio di Sicurezza», scrive l’editorialista Salah Montassir. Scettico anche il quotidiano indipendente marocchino Aujourd’hui Le Maroc, che sottolinea come il compromesso rafforzi la posizione di Hezbollah all’interno del panormama politico libanese, mentre la risoluzione implicitamente conferisce legittimità alle azioni «difensive» israeliane. Anche il quotidiano del Qatar Al-Watan vede nella risoluzione la conferma del piano israelo-statunitense per il Medio-Oriente, mentre il Kuwait Times sottolinea come questa «sia la prima volta che gli Arabi hanno combattuto bene», vincendo, nonostante le perdite libanesi, una importante battaglia militare, economica, politica e morale contro Israele. La guerra, tuttavia, è lungi dall’essersi conclusa, sottolinea il quotidiano degli Emirati Arabi al-Khaleej, mentre la stampa saudita sembra concordare sul fatto che, comunque vada, la resistenza palestinese trarrà un esempio vitale e una grande ispirazione dalla vittoria delle milizie sciite di Hezbollah.