Un regolamento ci vuole e bisogna tutti attenervisi. E’ ancor più necessario dopo un Congresso come l’ultimo che ha prodotto una Segreteria omogenea. Ma il Partito, per fortuna, non lo è. E il Partito sono i Circoli e le Federazioni. Quando però si decide a maggioranza che il Partito è della maggioranza (così appare anche nella definizione dei Dipartimenti) bisogna garantire, se il Partito è ancora di tutti, che tutti possano fare politica. Il regolamento, quindi, non deve impedire, per esempio ai membri della Direzione, di partecipare a iniziative, anzi questa partecipazione va garantita. Fin ora non è stato così. Punto delicato è quello dei versamenti degli eletti, che deve essere limpido, così come devono essere resi pubblici (nei Federali e nei Regionali) gli stipendi dei Funzionari e, altresì, deve essere trovato il modo che ci sia un versamento dei tanti che – senza essere passati da nessuna verifica (parlo per Milano) – vediamo collocati nei Consigli d’Amministrazione. Da ultimo il simbolo e le aree. Ogni membro della Direzione di fatto è portatore del simbolo di Rifondazione a qualsiasi tendenza appartenga. Il simbolo non è della maggioranza. Quanto alle aree – correnti che ci sono dopo che lo stesso Segretario, dichiarandosi capo corrente, lo ha di fatto deciso, – ebbene riterrei sbagliato fossero recintate in un loro bilancio per iniziative che un membro di segreteria decide se opportune o meno.
Il regolamento ci vuole ma questo è fatto su misura per chi ha vinto, di misura, il Congresso.