Sintesi dell’intervento di Bianca Bracci Torsi alla Direzione naz.le del 13 giugno 2005

Qualche osservazione al regolamento che ci viene proposto, a partire da quelle di minor peso. Punto 5 del cap. II: la segreteria regionale e il gruppo “avanzano” le proposte per incarichi in enti, consigli di amministrazione ecc.: manca l’indicazione del destinatario della proposta, dell’organismo cioè che deve decidere il nome o la rosa di nomi. Credo che questo debba essere la direzione o, in mancanza di essa, il Cpr e che analoga procedura debba essere adottata anche nelle federazioni per quel che riguarda enti e municipalizzate del comune capoluogo. Sul punto 2 del cap. III: i compagni/e richiesti come oratori a qualsiasi iniziativa di partito devono chiedere “preventivamente” l’autorizzazione al responsabile di organizzazione o a quello dell’area competente. Non sarebbe più semplice, oltreché più corretto, passare le richieste all’Ufficio oratori incaricato di “informare” chi di dovere? Vengo all’ultimo punto (2 del cap. IV) che mi offende profondamente. Il compagno Bertinotti rivendica il diritto di parlare chiaro e chiamare col loro nome – correnti – le “tendenze collegate ai documenti congressuali”, peraltro riconosciute dal regolamento, tanto da aver loro assegnato una quota del bilancio, e io sono d’accordo con lui anche se vivo questa scelta come una sconfitta. Trovo però contraddittoria e non certo in linea con la giustamente sottolineata unità del partito, il divieto ad usare il simbolo del partito nelle iniziative organizzate dalle suddette tendenze o correnti. Personalmente ho difeso il nostro simbolo dalla Bolognina in poi nel PCI e nel PRC e so di non essermi mai resa indegna della falce e martello. E’ il simbolo dei comunisti che hanno fatto una precisa scelta e la confermano, non solo noi di “Essere Comunisti” ma tutti i militanti del Prc comunque collocati, tutti riconosciuti come tali. E’ assurdo riconoscere alla minoranza il diritto (o l’obbligo) di darsi una organizzazione correntizia nel partito e poi escluderla o separarla dall’intero corpo di questo partito, alle cui battaglie e campagne abbiamo sempre partecipato tutti insieme.