Sinistra, nuovo simbolo (senza falce e martello)

Sinistra, la notizia di ieri è che comincia a prendere forma. E stavolta sembra proprio che si faccia sul serio. Date, impegni, scadenze. Ma c’è anche una notizia nella notizia. E riguarda il “come” si presenterà questo nuovo soggetto della sinistra, come si vestirà. Per capire: riguarda i suoi simboli. Una “notizia” alla quale ci si arriva per sottrazione, se così si può dire. Vediamo. Ieri, in una riunione un po’ lontana dai riflettori tutti puntati su Palazzo Madama – e forse proprio per questo più produttiva – si sono incontrati i dirigenti delle quattro formazioni politiche interessati al nuovo soggetto. Hanno cominciato a discutere di tante cose, di più: si sono trovati d’accordo sulle tappe del percorso che porterà agli stari generali dell’8 e 9 dicembre. Una “strada” che li porterà ad incontrare e a discutere con tutto ciò che si muove al di fuori dei partiti e che, a sinistra, è la parte più grossa. Le delegazioni hanno poi cominciato a discutere anche di quale dovrebbe essere il logo, l’immagine con cui quest’aggregazione dovrà presentarsi. S’è messa al lavoro una commissione, che valuterà proposte, bozzetti, idee. Colori. Però intanto c’è stata una prima discussione. E – nonostante tutte le previsioni – i dirigenti di Rifondazione, del Pdci, dei verdi, della Sinistra democratica si sono trovati d’accordo su un punto. Un punto dirimente: il simbolo del nuovo soggetto non dovrà contenere elementi, “riferimenti” ai loghi dei partiti esistenti. Partiti che naturalmente – l’hanno sottolineato tutti i protagonisti dell’incontro, da Walter De Cesaris di Rifondazione a Iacopo Venier del Pdci – continueranno ad esistere. Con le loro bandiere e le loro insegne. Almeno fino a che non si decida qualcosa di diverso. Ma tutto
questo c’entra poco con l’incontro di ieri. Dove, tradotto, s’è deciso che nel simbolo della sinistra non ci sarà la falce e martello. Così come non ci sarà il Sole che ride o altro. Sarà un “vestito” nuovo, insomma. Tutto da inventare. Sarà la rappresentazione grafica immediata di una sinistra che vuole unirsi ma anche e soprattutto rinnovarsi. Di una sinistra che vuole fare la sinistra ora, in questo millennio.
Naturalmente, non appena è uscita la notizia, s’è subito scatenata la corsa dei cronisti a cercare di avere anticipazioni su questo nuovo simbolo. Di bozzetti ne girano tanti ma c’è chi è pronto a scommettere che quelli che diventeranno di dominio pubblico in queste ore, sono esattamente quelli destinati ad essere cestinati. I primi ad apparire, insomma, saranno i primi ad essere “bruciati”, come sempre avviene in queste occasioni.
Si va da un’ipotesi di arcobaleno – più vicino al vecchio simbolo dei progressisti del ’94 che non a quello dell’Unione dei 2006 – ad uno stemma che esplicitamente sembra voler citare il “quadrato rosso” della Cgil. La verità è che deciderà la commissione tenendo conto che su questo tema c’è stata la discussione più “vivace”. Con molti che hanno chiesto di inserire elementi simbolici che richiamassero il lavoro, il movimento operaio e con altri che hanno fatto esplicito riferimento alle battaglie ambientaliste. «L’unica cosa certa -dice De Cesaris – è che comunque dovrà essere un simbolo nuovo, nel quale ci si riconoscano tutti».
L’attesa non sarà lunghissima, comunque, E da qui in poi si apre il capitolo delle altre decisioni prese all’incontro di ieri. L’attesa, si diceva, non sarà estenuante. Perchè s’è deciso che il logo sarà presentato dai segretari dei quattro partiti agli stati generali della sinistra. In quell’assemblea di tutta la sinistra – e della sinistra ecologista – già convocata per l’8 e il 9 dicembre. Sarà presentato. Ma non adottato definitivamente. Perché – ed ecco un’altra notizia -la sinistra sottoporrà al vaglio dei suoi elettori, del suo “popolo”, la scelta definitiva. Per farla breve: all’inizio del prossimo anno il nuovo soggetto darà vita a quella che un po’ burocraticamente chiamano “un momento partecipativo”. Le persone, chi vorrà contribuire alla costruzione di questo soggetto, sarà chiamato ad esprimersi. A votare.
Sul simbolo, s’è detto. Ma anche su molto altro. Innanzitutto su una “carta dei valori”, su una sorta di manifesto costitutivo del raggruppamento. Anche questo è stato deciso nella riunione di ieri. Pure qui, si metterà al lavoro una commissione, il cui lavoro sarà presentato all’assemblea di inizio dicembre.
Ma forse d’ora in poi più che il calendario conterà il “metodo”, il modo con cui si arriverà alle scadenze fissate. Sì, perché da ieri la “cosa rossa” – termine che tutti ieri rifiutavano quasi sdegnosamente, a cominciare, naturalmente, dai verdi – ha deciso che comincerà a costruirsi al di fuori delle stanze della politica ufficiale. Si farà così: innanzitutto a giorni cominceranno gli incontri, le assemblee con quell’arcipelago di movimenti e associazioni che animano la sinistra sociale. Contemporaneamente, si darà vita ad un sito. Dove si potrà “scaricare” materiale, dove si potranno animare dibattiti. Ma dove, soprattutto, ci si potrà “segnare” per partecipare agli stati generali. Assemblea – ancora – che sembra proprio voler adottare il metodo dei social forum. Dove ciascuno, singolo o organizzazione, partecipa con pari diritti e pari dignità, senza rinunciare alla propria autonomia. Dove conteranno soprattutto le singole competenze, dove si cercherà sempre il consenso.
Sarà un’assemblea aperta, insomma, animata dai movimenti più che dai partiti. Il primo giorno ospiterà interventi, relazioni e seminari su alcuni grandi temi. Dall’ambiente, al lavoro, dalla pace alla differenza di genere. Il giorno dopo, la domenica, ci sarà l’assemblea generale. Dove chiunque si sia registrato potrà intervenire. Lì, l’8 e il 9 dicembre, nascerà la sinistra. Unitaria e plurale. Diventerà una federazione, un partito, un aggregato o cos’altro? Questo lo deciderà la sinistra, una volta avviata la fase costituente. Che deciderà su tutto il resto: che struttura darsi, come scegliere il proprio portavoce, o leader o come si chiamerà. E lo stesso varrà anche per il simbolo. Diventerà il logo che gli elettori di sinistra sì ritroveranno in tutte le tornate elettorali? E quando farà il suo esordio? Pure questo lo decideranno tutti insieme. Stavolta, però, a differenza di altre volte, sembra che davvero si sia partiti. Perché tutto avverrà nel giro di un mese, anche meno. E soprattutto perché assieme alle cose decise ieri, tante altre stanno “marciando”. Al Senato per esempio, s’è deciso dì coordinare i quattro gruppi. Nel dibattito sulla finanziaria, per dirne una, parlerà solo un senatore, Natale Ripamonti, verde ma che prenderà la parola a nome di tutti. Di più: si studia come creare definitivamente la figura di un unico portavoce della sinistra a Palazzo Madama. Un incarico che, si pensa, potrebbe essere a rotazione. Ma sono dettagli, la sinistra è partita.