Per definizione in un cantiere si lavora, ogni giorno senza sosta, altrimenti si chiude. E questi sono giorni abbastanza decisivi per il cantiere della sinistra, con i suoi lavori in corso a tutto spiano da qualche mese, da quando la componente di Mussi si è staccata dai Ds fondando Sinistra Democratica. Vanno a segno diverse iniziative unitarie, si opera sui punti che hanno bisogno di una sistemata. Cominciamo dalle questioni sulle quali il percorso unitario di Prc, Sd, Pdci e Verdi non incontra inciampi, riuscendo addirittura a coinvolgere anche lo Sdi di Boselli, in generale più vicino agli ex diessini (in particolare, alla parte della ex Quercia che fa capo ad Angius) che agli altri protagonisti del cantiere. Tutti e cinque i partiti in questione hanno firmato un “Patto per il clima” (proposto dai Verdi), con il quale si chiede al governo di approvare una Finanziaria 2008 «che faccia perno sulle misure di riduzione delle emissioni di gas serra». Il messaggio è: il percorso avviato nel Dpef è «positivo», ma ci sono ancora delle «criticità nell’allegato infrastrutture». E’ «soddisfatto» il responsabile Ambiente del Prc Mirko Lombardi perchè «questo accordo a sinistra servirà ad impostare un’azione unitaria sulle politiche ambientali anche per adeguare il nostro Paese al protocollo di Kyoto». L’auspicio è che tutta l’Unione sottoscriva il Patto. Intanto, gli attuali firmatari lanciano per settembre un appuntamento sul tema “Una Finanziaria per il clima”, rivolto ad amministratori e ricercatori.
E si procede con lo stesso passo, in senso unitario, anche a livello romano. Ieri in Campidoglio si sono riuniti gli eletti di Prc, Sd, Verdi e Pdci al comune, provincia e municipi. L’incontro è servito ad avviare una «consultazione permanente» tra i gruppi. Il segretario della Federazione romana del Prc Massimiliano Smeriglio la spiega per punti: «Urbanistica, diritti civili, partecipazione, emergenza abitativa, lavoro e precarietà». Si tratta di questioni sulle quali l’assemblea di ieri ha stilato un «calendario di lavoro comune» in preparazione della sfida autunnale sulle «primarie per il programma dell’Unione» in vista delle provinciali nel 2008. Sempre parlando di livelli locali, in Umbria Prc, Pdci, Sd, Verdi, Uniti a sinistra e l’Ars si preparano all’«assemblea partecipativa regionale» di domani. A Milano invece l’asse Prc-Pdci apre la crisi in consiglio regionale dopo l’approvazione di una mozione sul federalismo votata dalla maggioranza di centrodestra con Ds, Dl e Verdi.
A Roma, ma torniamo al livello nazionale, Sinistra Democratica presenta la sua proposta di legge contro la precarietà. Spiega la capogruppo alla Camera Titti Di Salvo che «bisogna mettere mano ai contratti a termine per risolvere il conflitto generazionale sulla questione previdenziale, che il dibattito politico vuole ingabbiato sul nodo “scalone”». La proposta: superare la legge 361 del 2001, aumentando i contributi per i lavoratori a termine del 10 per cento in più rispetto a quelli dei contratti a tempo indeterminato. Il risultato sarebbe duplice: scoraggiare i contratti a termine, aumentare le entrate delle casse previdenziali. «Oggi i contratti a termine possono essere rinnovati all’infinito – denuncia Di Salvo – c’è chi ne ha avuti 200 in un anno, ognuno di un solo giorno…».
Sulle pensioni emergono le maggiori differenze di “velocità” nel percorso unitario. Sinistra Democratica non ha gradito l’iniziativa del Prc di alzare il livello dello scontro sullo “scalone”, paventando la crisi di governo, scegliendo di stare con la Fiom in una trattativa tra governo e parti sociali che ha visto la Cgil su una linea più morbida. «Avevamo stilato un patto d’azione comune della sinistra sulle questioni economiche e sociali, invece il Prc se la sta giocando in solitaria…», osserva Carlo Leoni di Sd, pur non avendo dubbi sul fatto che «il cantiere resta quello aperto mesi fa». Leoni risponde così a Gavino Angius che, soffermandosi anche sulla «discussione in corso nel Prc, alla sua prima esperienza di governo, e le fibrillazioni che produce nell’esecutivo e nella maggioranza», invoca l’unità delle forze che si riconoscono nel Pse, «condizione indispensabile il rinnovamento e l’unità di tutta la sinistra italiana». Quello di Angius non è il preannuncio di un addio a Sd per abbracciare Boselli (che sabato sarà al lancio della Costituente socialista con il Nuovo Psi), spiegano i suoi collaboratori, ma la volontà di dare un orizzonte a Sd. «Perchè – precisa lo stesso Angius – non serve una “Cosa Rossa” o una sinistra radicale, ma una sinistra di governo laica, moderna, riformista, ambientalista». «Continueremo a discutere con tutti – ribatte Leoni – Constatiamo purtroppo che i compagni dello Sdi hanno scelto la Costituente socialista per ricomporre vecchi pezzi di Psi, mentre le questioni di merito, per le quali noi tutti della sinistra affianchiamo i sindacati, stanno da un’altra parte…». Sede di chiarimento politico dentro Sd sarà la riunione del direttivo nazionale il 19 luglio. Momento chiarificatore nei rapporti con il Prc sarà l’incontro di oggi tra Giordano e Mussi, dopo i bilaterali del leader di Sd con Pecoraro e Diliberto.