La falce e il martello devono rimanere nel simbolo della Cosa Rossa: è quanto chiede in una dichiarazione Claudio Grassi, coordinatore nazionale della componente del Prc «Essere Comunisti». «Ho letto che alcuni grafici – afferma Grassi – sono al lavoro per realizzare un nuovo simbolo per la Sinistra. Non so chi siano, chi li abbia incaricati e chi ha deciso tutto ciò. Vorrei però ricordare una cosa che mi pare importante: La cosiddetta ‘cosa rossà viene stimata, dai sondaggi più ottimistici, tra l’8 e il 10 per cento. Alle ultime elezioni politiche i due partiti che hanno nel loro simbolo la falce e il martello hanno raccolto oltre l’8 per cento. Nonostante ciò, si pensa di fare un simbolo senza falce e martello». «Se la scelta fosse questa – prosegue il senatore della minoranza del Prc – la considererei sbagliata non solo dal punto di vista politico e culturale (che resta fondamentale), ma anche sul piano elettorale. Occorre infatti valutare seriamente il rischio concreto che un pezzo importante di elettorato comunista possa confluire nell’astensionismo qualora non ritrovasse più nella scheda il simbolo delle lotte operaie – la falce e martello – al quale è legato per tradizione ed esperienza». «L’Area Essere Comunisti del Prc – spiega quindi Grassi – ritiene che le forze a sinistra del Partito Democratico debbano unirsi sui contenuti e nelle iniziative politiche nel Paese e in Parlamento. Condividiamo pertanto la proposta di costruire un soggetto unitario e plurale della sinistra. Ma i partiti devono mantenere la propria autonomia, perchè è giusto che chi è comunista possa, se vuole, rimanerlo, così come chi è socialista o verde. Sì alla Confederazione tra le forze della sinistra – conclude Grassi – no al simbolo unico e al partito unico».