«Abbiate almeno, cari sindaci di Roma, Torino, Bologna, Firenze, il buon senso di non invocare giustizia, ma il diritto dei più a non essere disturbati. Sul vostro territorio sopportate infatti molte illegalità, quando esse sono a beneficio degli abitanti “doc”: abusivismo nell’edilizia, nel commercio, nella pubblicità». Don Vinicio Albanesi, presidente dell ‘associazione assistenziale Comunità di Capodarco, è intervenuto nel dibattito sulle misure anti-lavavetri e sulla sicurezza nelle città con unaletteraaper-taai sindaci di sinistra. Un duro appello a non usare un «doppio passo», che colpisce solo gliemarginati, quando si tratta di far rispettare la legge. Ma Leonardo Domenici, sindaco di Firenze e presidente dell’Anci (l’Associazione dei Comuniita-liani), ha parlato di accuse generiche e ha raccolto il sostegno di un imprevisto alleato, la Lega dei romeni in Italia («i sindaci fanno bene» ha detto il fondatore).
«Gentilissimi signori, uomini di sinistra — ha scritto ieri don Albanesi — improvvisamente vi siete svegliati, attivandovi perché le vostre città (città grandi) godessero di sicurezza. Ma usate nelle vostre iniziative un doppio passo. Voi non invocate sempre legalità, ma sopportate (e alimentate) una diffusa legale illegalità. Siete molto prudenti o assenti nei confronti dei ceti che contano: d i ven -tate severi se i livelli di illegalità “disturbano” l’equilibrio dell’illegalità nostrana. Come sempre accade non avete iniziato dalla testa, ma dalla coda». A sostegno di queste parole è intervenuta la Ca-ritas.conilvicedirettorenazionale, Francesco Marsico: «La verità è che non c’è stata un’analisi seria e pacata, prima delle misure. Sulla questione della sicurezza si continua a ragionare in astratto su categorie che evocano allarme sociale».
All’accusa di don Albanesi è arrivata la rispostadelsindaco diFirenze, Leonardo Domenici. «Parlare in termini generali non mi pare appropriato — ha detto —. Ci dicano concretamente dove sono e quali sono queste illegalità “doc”». E un sostegno ai primi cittadini lo ha manifestato Sorin Cehan, fondatore della Lega dei romeni in Italia: «I sindaci fanno bene a intervenire — ha detto —. L’Italia è troppo garantista e non dà certezza della pena: ci sono criminali che vengono rimessi in libertà subito, questo in Romania non accade».