Sicurezza sul lavoro Continua la mattanza. E la vergogna per la nostra società

Cara “Liberazione”, Simone Messina, 33 anni, faceva l’operaio in una fabbrica di cromature, ma era anche vigile del fuoco volontario, e quando c’era bisogno lui accorreva. Putroppo è morto nel crollo della palazzina esplosa per una fuga di gas a San Benedetto del Querceto, frazione di Monterenzio, a una trentina di chilometri da Bologna. Insieme a lui sono morte altre quattro persone; un altro vigile del fuoco volontario (Luigi Mezzini, quarantenne, caposquadra dei vigili volontari) è rimasto gravemente ferito ed è stato trasportato al Centro grandi ustionati dell’ospedale di Parma. Un vigile del fuoco volontario non esiste per lo Stato, non ha quindi tutele previdenziali. E’ una vergogna! I vigili del fuoco volontari sono delle persone meravigliose, che mettono il loro tempo libero a disposizione degli altri, ma noi ci ricordiamo di loro solo quando muoiono. Qualche giorno fa c’è stata un’esplosione in una fonderia nel bergamasco e sono rimasti feriti quattro operai, uno dei quali gravemente. In questi giorni in cui i giornalisti dei quotidiani hanno giustamente scioperato, a sostegno della durissima vertenza per il rinnovo del loro contratto di lavoro scaduto da quasi due anni, sono morti altri lavoratori. Non è dato di sapere chi sono, che lavoro facevano e come sono morti, perché c’era il black out della carta stampata e l’informazione televisiva (che non era in sciopero) non ha fatto la sua parte denunciando questi omicidi -perché tali sono – nei luoghi di lavoro. Va anche detto che la maggior parte dei quotidiani non ha dato molto risalto alle morti bianche (anzi ne ha dato pochissimo) quando non era in sciopero. So solo che i morti sul lavoro giovedì 21 dicembre (giorno dell’inizio dello sciopero) erano 1019 e al 24 dicembre 1030.Questi dati sono presenti nel sito dell’associazione Articolo 21, che ha messo un contatore aggiornato quotidianamente con morti, feriti e invalidi dall’inizio dell’anno a oggi. I feriti sono arrivati a 1.030.654, gli invalidi a 25.766. Adesso basta, i media inizino a fare la loro parte denunciando quotidianamente le morti e gli infortuni su lavoro. Perché come ha detto giustamente il direttore di “Liberazione” nel suo editoriale del 10 dicembre «noi crediamo che tre morti al giorno (più del numero dei soldati americani che muoiono in Iraq) siano una vergogna per la nostra società, per la nostra economia e per le nostre leggi. E’ la prova che è in corso una guerra civile tra profitto e diritti (e diritto alla vita). Pensiamo che sia necessario reagire. Deve reagire la politica, cioè il potere. Ma sappiamo che il potere non farà nulla se il mondo dell’informazione non lo incalzerà».

* Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza