«Siamo usciti dall’emergenza»

«L’Italia è fuori dall’emergenza, ma i vincoli vanno rispettati», ha commentato Tomaso Padoa Schioppa al termine del consiglio dei ministri nel quale è stata approvata la «Relazione unificata sull’economia e la finanza pubblica», il nuovo documento che integra la Relazione sulla stima del fabbisogno dei conti pubblici e quella sull’andamento dell’economia nell’anno precedente e l’aggiornamento delle previsioni per l’anno in corso. Il ministro dell’economia ha spiegato che il governo potrà contare nel 2007 su 8-10 miliardi in più di maggiori entrate da destinare «alla riduzione del deficit e ad altri utilizzi», ma ha anche avvisato che la destinazione di queste risorse sarà fatta solo a giugno, quando si avrà la conferma sull’andamento delle entrate fiscali.
Per il 2007 la crescita del Pil è stata rivista al rialzo (da +1,3% a +2,0%), il deficit scende dal 2,8% al 2,3% e l’avanzo primario aumenta dal 2,0% al 2,6% rispetto alle precedenti stime del Programma di stabilità aggiornato a fine 2006 e trasmesso a dicembre alla Ue. Le revisione positiva è maturata grazie al miglior andamento dell’economia e dei conti pubblici nel 2006: determinante la forte accelerazione (+1,1% congiunturale) del Pil nel quarto trimestre. L’incremento degli ultimi 3 mesi dello scorso anno comporta un «effetto di trascinamento» per il 2007 dell’1,2%. Per «effetto di trascinamento» si intende l’aumento che si otterebbe, nella media del 2007, se il Pil restasse invariato sui livelli del quarto trimestre 2006. L’incremento dell’l’1,9% nella crescita del Pil nel 2006, contrasta nettamente con i dati del quadriennio 2002-2005 che ha visto l’Italia crescere in media dello 0,4% l’anno. Nel 2006 sono andate bene le esportazioni (+5,3%), che hanno superato le importazioni (+4,3%), così da riportare in positivo il contributo alla crescita del Pil da parte della domanda estera netta. Un importante sostegno è venuto dalla domanda interna: i consumi delle famiglie sono aumenti dell’1,5%: gli investimenti fissi del 2,3%. Dal lato dell’offerta è stato notevole (+2,5%) il contributo dell’industria manifatturiera in particolare nel settore della produzione di mezzi di trasporto.
Sul fronte dei conti pubblici, l’indebitamento netto (deficit) delle amministrazioni pubbliche nel 2006 è sceso al 2,4% del Pil e l’avanzo primario al +2,2%, senza gli oneri straordinari pregressi (rimborsi Iva sulle auto aziendali, debito Tav/Ferrovie per il finanziamento dell’alta velocità, crediti di contributi agricoli). Il disavanzo pubblico nel 2006 è risultato pari a 35 miliardi di euro, al netto delle una tantum negative di quasi 30 miliardi; nel 2005 era stato di 58,7 miliardi, equivalenti al 4,1% del Pil. Il deficit ufficiale, che comprende le passività straordinarie, raggiunge i 64,7 miliardi, pari al 4,4% del Pil. A dicembre, l’aggiornamento del Programma di stabilità indicava un disavanzo del 5,7% del Pil, Iva auto e debito Tav inclusi. I conti pubblici del 2006 sono caratterizzati da maggiori entrate tributarie (imposte dirette e indirette) per 38 miliardi, il 10% in più, a fronte di una crescita pari al 3,7% del Pil nominale. La pressione fiscale (comprensiva dei contributi sociali) ha toccato il 42,3% del Pil, contro il 40,6% del 2005.
La Relazione e Padoa Schioppa non danno risposte alla domanda che più interessa gli italiani: che fine farano le maggiori entrate? Ci sarà una riduzione della pressione fiscale? Il ministro è stato sibillino: ha spigato che va tenuto conto che nel 2008 «in virtù degli impegni europei» sarà necessaria «una nuova corezione strutturale del disavanzo nella misura delo 0,5% del Pil. E questo corrisponde a 7,5 miliardi». Inoltre nella Relazione è specificato che per gli anni successivi al 2007, le nuove stime formulate dal Tesoro sull’andamento dei conti pubblici «incorporano le attuali disposizioni in materia previdenziale, incluse le norme sull’età di pensionamento stabilite con la riforma del 2004 e la revisione dei coefficienti di trasformazione».