«Shalom» Roma-Tel Aviv, stretta di mano tra enti spaziali

I caccia israeliani hanno attaccato per dieci giorni gli obiettivi con bombe e missili. Non a Gaza o in Libano, ma in Sardegna dove ieri, nella base aerea di Decimomannu (Cagliari), si è conclusa l’esercitazione Vega 2010. Vi hanno partecipato 600 militari e 50 aerei da guerra italiani e israeliani. I cacciabombardieri israeliani erano F-15 e F-16, gli stessi che due anni fa hanno martellato per oltre venti giorni la popolazione di Gaza nell’operazione «Piombo fuso». Dovevano essere anche stealth (invisibili): essi sono infatti spariti nel comunicato dell’aeronautica italiana sull’esercitazione Vega 2010.

Mentre i cacciabombardieri israeliani volavano sulla Sardegna, addestrandosi ad attacchi ancora più micidiali con i sofisticati sistemi elettronici della base di Decimomannu, il ministro degli esteri Frattini volava in Israele per «dare impulso al processo di pace». Dopo cordiali colloqui col primo ministro Netanyahu e i ministri degli esteri e della difesa Lieberman e Barak, Frattini ha incontrato anche il presidente dell’Anp Abu Mazen, dichiarando che «sia Israele che i palestinesi di Gaza sono tenuti in ostaggio del movimento islamico Hamas».

La visita è culminata col «Forum italo-israeliano della scienza», aperto da Frattini il 23 novembre a Tel Aviv. «Non potremmo scambiare le nostre tecnologie, il nostro know-how e le nostre esperienze – ha dichiarato – se non fossimo assolutamente sicuri della fiducia reciproca che esiste e continuerà a esistere fra i nostri paesi». Le Agenzie spaziali di Italia e Israele (Asi e Isa) hanno quindi annunciato la firma del progetto Shalom per la realizzazione di due satelliti con tecnologia congiunta, in grado di effettuare osservazioni nell’infrarosso visibile e ultravioletto. L’accordo rientra nella cooperazione spaziale, avviata nel 2009 con il coinvolgimento delle comunità scientiche e industriali dei due paesi. Non è un caso – ha sottolineato Frattini – che l’Italia sia il primo partner europeo di Israele nella cooperazione scientifica, secondo solo agli Stati uniti.

In effetti non è un caso. Nonostante sia denominato «Shalom» (Pace), il progetto di cooperazione spaziale italo-israeliano ha con tutta probabilità anche finalità militari. La Legge 17 maggio 2005 n. 94 sulla cooperazione militare Italia-Israele (approvata dal parlamento con consenso bipartisan) prevede non solo esercitazioni militari congiunte, come Vega 2010, ma stretta cooperazione nella ricerca e produzione di tecnologie militari. Tali attività sono soggette all’«accordo sulla sicurezza» e quindi segrete. Poiché Israele possiede armi nucleari, alte tecnologie italiane possono quindi essere segretamente usate anche per potenziare le capacità di attacco dei vettori nucleari israeliani. Come quelli che hanno partecipato all’esercitazione di Decimomannu, mentre Frattini in Israele dava «impulso al processo di pace».

(il manifesto, 27 novembre 2010)