Sfiducia a Simeone, Prc si oppone

In base alla decisione presa mercoledì scorso nel corso della conferenza dei capigruppo, giovedì la maggioranza del Consiglio provinciale, ad eccezione del Prc, presenterà una mozione di sfiducia nei riguardi del vice presidente Nando Simeone, di Rifondazione, accusato dinon rappresentare la politica dell’ente con le sue iniziative. Tra le azioni incriminate, l’essersi schierato accanto ai no global contro la visita di Bush, l’aver partecipato ad una conferenza stampa dei disobbedienti incappucciati e l’adesione e alle tesi negazioniste sulle foibe.
«Con la richiesta di dimissioni di Simeone — si legge in una nota del Prc di Roma firmata da Maurizio Fabbri, Massimiliano Smeriglio e Guido Mozzetta— non si intende criticare solamente un comportamento istituzionale di un consigliere di Rifondazione comunista, ma forse anche mettere in discussione il “laboratorio” Provincia dell’Unione, che pur con momenti di conflittualità ha dato risultati positivi». Il capogruppo provinciale dei Ds Pina Mauritani, replica però che «Non esiste alcun tipo di problema nei rapporti con Rifondazione comunista e la sfiducia è solo ed esclusivamente nei confronti del consigliere Nando Simeone, con il quale è venuto meno il rapporto fiduciario per il suo importante ruolo». E mentre Simeone risponde alle accuse sostenendo che si tratta di «una chiara manovra di criminalizzazione dei movimenti e delle lotte», per il capogruppo di An Piergiorgio Benvenuti, la mozione di sfiducia rappresenta «un fallimento della maggioranza del centro-sinistra a Palazzo Valentini».